Cerca in Lettere agli Amanti

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lunedì 31 ottobre 2011

Lettera d'amore e d'odio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Caro,
è bello scriverti dietro la protezione dell'anonimato, è bello, figlio mio, perché posso parlarti con sincerità senza le ipocrisie che a volte le madri hanno.
Non è detto che amarti non mi faccia vedere i tuoi difetti e notare quanto sei stronzo quando ingaggi con me battaglie perchè io divento il mondo da combattere e mi odi. Lo vedo perchè io sono lì a correggere, indirizzare, ammorbidire, e tu mi odi.
Anch'io, perché mi fai soffrire, ma ti amo, anche.

domenica 30 ottobre 2011

Uccidere, terza parte

Eccola. Esce in fretta dal portone. Tailleur verde scuro, sotto la quale s'immagina una camicetta bianca, no, avorio, i polsini s'intravedono quando si ferma un attimo a controllare qualcosa nella borsa di cuoio con troppi colori. Un soprabito, di buon taglio, lungo fino ai piedi. Bianco.

Non se l'aspettava. Il tailleur così serio e quel prolungato schiaffo bianco in faccia al cupo cielo della Roma invernale. È bionda, di un chiaro quasi offensivo, irreale, che lascia una sensazione di terre nordiche, fiordi, gli viene da dire. Infatti pronunzia la parola, con una specie di voluttà, fiordi, e vede l'acqua cristallina, immobile, dei Mari del Nord.

sabato 29 ottobre 2011

Granito

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Oggi ho scoperto che il cuore della persona per la cui salute sono più preoccupata attualmente, nonostante la condizione generale, sta bene.
Contemporaneamente ho scoperto che lo stesso organo, in alcune persone, è composto di materiale granitico. Nelle situazioni estreme basta una parola e, a volte, manca anche quella.

venerdì 28 ottobre 2011

Ermetismo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Giovedì scorso si è spento all'età di 96 anni il poeta Ermete Lodovici.
Pochi sono a conoscenza del triste evento perché la sua scomparsa è coincisa con la cattura e la morte di Gheddafi.
Lodovici nasce a Galloro il 24 maggio del 1915, il giorno in cui l'Italia dichiara guerra all'Austria, entrando così nel primo conflitto mondiale.
Il padre Serafino muore in trincea a Rovereto, fucilato dai suoi stessi commilitoni per reiterato gioco delle tre carte.
Ermete viene allevato dalla madre Costanza e dai premurosi nonni paterni.

giovedì 27 ottobre 2011

Sola andata

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

E’ un ragazzo magro, non molto alto, dal viso pulito, chiaro, bellissimo. In una mano tiene una valigia troppo piccola per il viaggio che deve affrontare. Mi chiede in inglese, con un simpatico accento, se il posto accanto a me è libero. Gli dico “Sì", mi sorride, “Italiana anche tu, eh?”.
Sì, sono Italiana, ma anche la mia carnagione è molto chiara e mi fa passare inosservata. Dopo essersi sistemato mi sorride di nuovo e nell’attimo in cui incontro il suo sguardo, nei suoi occhi rivedo i miei.

mercoledì 26 ottobre 2011

Dear Prudence

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Come si fa una scelta?
Si può scegliere in modo avventato o prudente. Nell'argomentazione razionale la prudenza è certamente considerata più saggia, a un amico si consiglia spesso di essere prudente, di calcolare i rischi prima di decidere.
Ma prudente è il contrario di coraggioso ed è necessario essere coraggiosi, è necessario rischiare per andare avanti.
Quante cose non esisterebbero se non ci fossero stati uomini e donne coraggiosi, che si sono spinti oltre, che hanno rischiato, trasgredito, volato, saltato più in alto, a volte cadendo male, a volte morendo.

martedì 25 ottobre 2011

Il lato bello delle cose

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"- Le avete viste?
- Cosa?
- Queste due figure.
- Quali figure?
- Ci sono due figure fluttuanti. Due ballerine, forse. O due angioletti, per voi che ci credete.
- Non c’è nessuna ballerina e non ci sono angioletti.
- Avete le traveggole, tutti quanti.

Mia madre e zia Rita hanno gli occhi sbarrati. Le mie sorelle, mio cognato e io ridiamo.

lunedì 24 ottobre 2011

Lunedì

E se il lunedì, invece di essere un giorno faticoso in cui si devono riiniziare gli affanni dell'intera settimana, fosse un giorno in cui ripartire? Da capo? Come un capodanno, come quando si esce ammaccati ma vivi da una brutta malattia, o da un'incidente, come all'inizio di un nuovo amore.
Tutto da capo, ma con la consapevolezza di quello che è stato, di quelle quattro o cinque cosette che abbiamo capito e che forse possono esserci utili, e che definiamo, pomposamente, esperienza.
Un nuovo sguardo, su di noi e sul mondo, senza pregiudizi, sforzandoci di non averne. Bimbi, dovremmo essere il lunedì, con la percezione che possiamo mettere tutto a posto in tempo utile, senza affannarci ma senza neppure lasciarci pigramente andare al solito tran tran.
Che solito non è mai, tocca ricordarlo.
Volete una previsione?

domenica 23 ottobre 2011

Uccidere, seconda parte

Si sposta con calma, senza fretta scende dalla sua auto.
Alle sei del mattino è davanti al portone della donna. Chiara Salemi. Controlla il cognome sui citofoni, che sono sistemati in alto, all'altezza della parte superiore della sua testa. In alto, per lui. Per chiunque altro all'altezza del petto, come minimo. Uno sguardo brevissimo, di passaggio. Salemi - Martelli, il terzo da sotto a destra. È l'edificio giusto.
Continua a camminare, riattraversa la strada, si risiede in auto. È quasi invisibile, affondato nel sedile del guidatore.
Non ha dormito, ma non ha sonno. Il primo giorno della caccia è sempre così. Passa la notte a rigirare la foto nelle mani, la guarda e la riguarda, cercando non sa neanche bene lui cosa. Capirla, nella profondità del suo essere, aderire come una seconda pelle alla sua futura vittima. Talvolta è più difficile, ha bisogno di più tempo.

sabato 22 ottobre 2011

Acquario

Quando suo padre aveva finalmente acconsentito, aveva avvertito un giramento di testa così intenso che si era appoggiato a una parete per non cadere.
Era andato subito a prendere il libro sui pesci, su in alto, nella piccola libreria nel minuscolo salone, e si era sistemato sul tavolo della cucina, dove faceva i compiti, per sfogliarlo per la millesima volta.
Avrebbe avuto il suo acquario, piccolo, con tre pesci a farsi compagnia, non di più. Voleva che stessero comodi, che potessero girare tranquilli e che, volendo, potessero non incontrarsi per giorni interi, ma che avessero sempre la sensazione di non essere soli.

venerdì 21 ottobre 2011

Davide e Golia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"E' il 1966.
Nella trasmissione “Studio Uno”, condotta da Mina e Lelio Luttazzi, l'ospite d'onore è un uomo in tight e bombetta.
Quel costume lo aveva accompagnato nei travolgenti successi del varietà e in seguito sul grande schermo.
Ha 68 anni ma ne dimostra almeno 10 di più, anche per colpa della malattia agli occhi che ormai gli conferisce uno sguardo perso e malinconico.
Se qualcuno lo vedesse per la prima volta potrebbe pensare a un anziano signore costretto, fuori tempo massimo, a riesumare con fatica gli antichi fasti di un tempo che fu.
Anche perchè il suo volto stanco e segnato fa intuire il doloroso riserbo del gentiluomo dall'acquisito titolo nobiliare che preferirebbe convivere con la propria tristezza tra le mura domestiche.
Dopo un lungo applauso di entrata che ha tutto il sapore di un ringraziamento per ciò che è stato e che non può più essere, l'uomo in tight, fingendo di guardare un pubblico che per lui è solo un ombra indistinta, con voce bassa e roca dice “Buon ferragosto”.
E avviene il miracolo.

giovedì 20 ottobre 2011

Generazioni

Stiamo assistendo a un complicato conflitto generazionale. Non sono sicuro che cambierà il mondo (purtroppo la Storia è fatta anche e soprattutto di episodi, piccoli e grandi, apparentemente ininfluenti, che fanno da catalizzatore a forze preesistenti, a movimenti tettonici della società) ma sono certo che ci costringerà a parteggiare, prima o poi, o per noi o per i nostri figli.

mercoledì 19 ottobre 2011

Punti di vista

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Si chiamava Luigi ma tutti lo chiamavano Puccio.
Da quando era bambino viveva su una sedia a rotelle per una grave forma di distrofia muscolare. Poteva muovere solo la testa.
Aveva uno straordinario e tagliente senso dell'ironia al punto da battezzare “batmobile” la macchina attrezzata per il trasporto degli handicappati che lo accompagnava nei suoi spostamenti.
Un giorno ad una festa un ragazzo inciampò e cadde per terra con il piatto che aveva in mano e lui lo apostrofò: “E poi lo storpio sarei io?”
Amava il cinema, le belle donne e sopratutto scrivere per il teatro.
La sua commedia più bella, “Pazzi”, fu rappresentata con grande successo al teatro Vittoria di Roma.
Partecipò a un quiz televisivo e cadde su una domanda dedicata a Vittorio De Sica (come il personaggio di Nicola in “C'eravamo tanto amati”). Gliene dissi di tutti i colori.
Morì a 36 anni prima di vedere il suo testo rappresentato a Parigi.
Quello che viene riportato qui sotto, sono gli stralci di un articolo che Puccio scrisse per un giornale di cui era redattore capo:

martedì 18 ottobre 2011

Derby

Roma vs Lazio, per me, è il Derby.

"Nel corrente uso giornalistico e popolare, si definisce derby o stracittadina una partita di calcio giocata tra due squadre della stessa città. Per estensione, il termine derby può poi indicare un incontro molto sentito fra squadre con accese rivalità agonistiche." Da Wikipedia.

Io sono diventato davvero romanista il 9 dicembre 1973. Avevo dodici anni.
La Lazio era favorita, ma la Roma era andata in vantaggio con un gol di Negrisolo. Nel secondo tempo entrò, al posto del giovanissimo D'Amico, Franzoni, un giocatore acquistato in estate dal Sorrento. La prima palla che toccò entrò in rete. Poco dopo, segnò anche Giorgio Chinaglia, fissando il risultato sul 2 a 1. Quell'anno, la Lazio conquistò il primo scudetto della sua storia. Franzoni giocò 20 partite, segnando 3 reti. Credo che racconti ancora dell'incredibile esordio all'Olimpico.

lunedì 17 ottobre 2011

The ring

In un bellissimo film, "Harold e Maude", un ragazzo s'innamora di una donna anziana.
Verso il finale, sono sulla riva di un fiume, di notte, e lui le regala un anello, una fede, forse.

domenica 16 ottobre 2011

Black bloc

Ieri eravamo a questa manifestazione. Sembrava piuttosto bella, tranquilla. Famiglie, bambini, addirittura.
Ci sono passati accanto, nella festosità generale, una trentina di ragazzini vestiti di nero, casco, zainetto pieno. Di che, lo scopriremo più tardi.
Ci ha fatto impressione vedere poliziotti e carabinieri muniti di blindati e idranti non riuscire ad aver ragione di cinquecento ragazzini molto poco organizzati, nella loro totalità (le stime più tardi diranno due, tremila, non date retta, erano pochi).

sabato 15 ottobre 2011

Uccidere, prima parte

"Uccidere" è un racconto a puntate. Questa è la prima parte. Le altre puntate verranno pubblicate secondo date casuali. Comunicateci se l'esperimento vi piace.

Meno cose sapeva, meglio era.
"La foto?", ha detto. Poi ha sorriso, tanto che i denti e le labbra sembravano coprire tutto il viso.
Non si poteva dire che fosse una bellezza, con la testa grande, sproporzionata rispetto al torso forte ma minuto, con due ridicole gambette che sporgevano come appendici mal finite dal bacino stretto, appena abbozzato. Ben vestito, però. Ma quel sorriso lo rendeva luminoso in modo offensivo, visto il lavoro che faceva.

venerdì 14 ottobre 2011

Aperitivo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Un bar elegante dove si è appena svolta la premiazione della gara di golf di stamattina. Sono fuori a fumare una sigaretta. La porta si apre e vedo uscire una coppia. Lei si muove con un girello, a fatica. Il girello ha una parte imbottita, una seduta. Lui la aiuta a camminare, poi a sedersi. L’operazione richiede qualche minuto. Li aiuto.
- Tutto questo per una sigaretta – dice lui. Il tono della sua voce tradisce una certa esasperazione.

giovedì 13 ottobre 2011

Pane e latte

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Avevo una fissazione una volta.
I medici la chiamavano malattia, ma io la chiamavo Polvere.
Mi scusavo con lo specchio e con il fornaio, con il pasticcere e con il gelataio.
“Troppa sporcizia signorina, ci dispiace. Comunque guardi, se le interessa abbiamo un'offerta proprio lì, sugli scaffali."
“Va bene, grazie, darò un'occhiata.”

Ho mangiato la pasta che era avanzata e il panino di burro che era in offerta.
Mi sono vestita di nero per non far vedere a nessuno né la pasta né il burro.

mercoledì 12 ottobre 2011

Risveglio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Non piangerò più per le cazzate che mi capitano, non maledirò più la vita che in quel momento mi delude, non mi inquieterò più per i piccoli e grandi contrattempi della mia benedetta e a volte anche noiosa quotidianità.
Amo la vita, l'esistenza, io respiro e guardo il cielo e non chiedo niente di più. Guardo le scontrosità delle figlie ma non me ne faccio un problema, penso che passeranno e le amo.

martedì 11 ottobre 2011

Indirizzo sconosciuto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Egregio Dio,
ho deciso di scriverLe perchè sono stanco di parlare con Lei alzando gli occhi al cielo e dicendoLe, spesso con una certa veemenza, tutto quello che non mi sta bene.
Quante lettere Le arriveranno? Oggi la gente non ha più voglia di scrivere. Di chattare si. Ma non mi risulta che Lei sia iscritto a Facebook o ad altri siti del genere, a meno che non usi uno pseudonimo.
Ma veniamo al dunque.
Voglio evitare di spiegarLe chi sono e che cosa faccio. Probabilmente tutto il mio curriculum vitae dal giorno in cui sono nato sarà in qualche Suo schedario. Mi basta semplicemente dirLe che ho 44 anni e che faccio parte di quella ristretta categoria di persone che apparentemente non avrebbero nulla di cui lamentarsi.
Ma nonostante, o proprio per questo, vorrei farLe una semplice domanda: perché?
Stimando che sia una persona intuitiva (d'altronde l'intuito lo hai creato Lei) dovrei fermarmi qui.
Ma in ogni caso specificherò meglio la domanda.

lunedì 10 ottobre 2011

Sulla strada

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Ogni volta che andiamo in quel centro commerciale succede qualcosa, qualcosa di inaspettato che dà una scossa alla nostra vita, che ci fa mancare il terreno sotto i piedi e rimettere in discussione ciò che prima credevamo scontato. Finora ero stata solo una spettatrice di questi eventi.

domenica 9 ottobre 2011

Il giorno del Signore

Domenica.
Un giorno che gli piace, almeno fino a quando è ora di pranzo. Dopo subentra la lenta attesa della fine del giorno di festa. Verso le cinque, specialmente d'inverno, si è chiesto spesso per quale forza fosse condannato a rovinarsi tanta parte della domenica pensando non al lunedì, ma proprio alla fine della domenica stessa. Un'aspirazione alla fine, in senso metaforico, si era risposto.

sabato 8 ottobre 2011

Alternative

Considerare le alternative. Esistono frasi che vengono ripetute talmente spesso che perdono di significato. Questa ne è un esempio calzante.
Considerare le alternative non è un mero esercizio intellettuale. Ha a che fare con le scelte pubbliche o private che tutti siamo chiamati a fare più e più volte nell'arco della giornata.
Ma considerare le alternative non è solo un esercizio logico. Qualora diretto esclusivamente dalla razionalità è destinato al fallimento, o quantomeno a una parziale utilità. Purtroppo, le ragioni del cuore, che la ragione non conosce, hanno un peso decisivo per trovare la soluzione che più si avvicina a quella corretta.

Esempiuccio: A è sposata con B, felicemente. Hanno due splendidi bambini di sei e tre anni, un lavoro positivo ma non invadente, che permette loro di vivere in modo agiato ma non eccessivo e di coltivare i loro molteplici interessi, non sempre in comune ma neppure così lontani da renderli distanti. Hanno una buona intesa sessuale, appena appannata dagli anni trascorsi insieme. Non hanno problemi di salute, né loro né i figli. In estrema sintesi, la vita familiare di stampo medio borghese occidentale.
Ma A incontra C.

venerdì 7 ottobre 2011

(H)iSteve

"Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei veramente fare quello che sto per fare oggi? E ogni volta che la risposta è stata "No" per troppi giorni di seguito sapevo di aver bisogno di cambiare qualcosa. Ricordare che morirò presto è stato lo strumento più importante che mi ha consentito di fare le scelte più grandi della mia vita. Perchè praticamente tutto - tutte le aspettative, l'orgoglio, le paure di fallire - tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante. Ricordarsi che moriremo è il modo migliore che conosco per evitare le trappola di pensare di avere qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è nessun motivo per non seguire il vostro cuore".

Steve Jobs, Università di Stanford, 31 marzo 2006

L'iAllWhatYouWant, l'ultimo device della MicroApple, un proiettore olografico a comando vocale delle dimensioni di un bottone, è stato presentato alla stampa il 5 ottobre 2041.

giovedì 6 ottobre 2011

Sonno

"Non ho avuta una vera infanzia", dice, guardando per terra, "piuttosto una specie di sospensione dell'esistenza. Sono nata e poi mi sono ritrovata prigioniera del corpo di un adolescente."
Non si sposta dal divano, la mia amica, ma è quasi l'alba e ho sonno, tanto sonno.
Mi guarda.
"Va bene, è tardi, me ne vado."
"No", mi sento dire, "resta ancora un poco, mi fa piacere."
A casa sarebbe da sola, in quell'ora che è fra la notte e l'alba nessuno dovrebbe stare da solo, è così difficile.
Lei dorme così poco.
Ma mi si chiudono gli occhi, mentre la guardo. Non può non accorgene, deve scegliere fra il suo egoismo e la mia stanchezza.

mercoledì 5 ottobre 2011

The nature of love

Mi chiedo spesso quale sia la natura dell'amore.
Detta così, sembra solo una bella frase, ma è molto di più.

Natura: nel senso usato significa qualità e origine, e un'altra cosa ancora che nasce dalla fusione delle due parole, un concetto inesprimibile, che tutti avvertiamo dietro la nuca e a cui diamo il nome d'intuizione. Platone la definiva come estrema nostalgia di un'epoca in cui eravamo uniti e non scissi, non soli, come già raccontato in un altro post. Lacan, peraltro, afferma che il desiderio è sempre desiderio dell'Altro.

martedì 4 ottobre 2011

Generoso

Respira male, quando si alza al mattino. Niente di organico, un'angoscia che non è possibile definire né collocare. Per la scuola del figlio, di sicuro. Per sua moglie, per la quale vorrebbe fare di più e meglio. Per il denaro. Per il suo corpo che invecchia e che non è più come cinque, dieci, vent'anni fa.
La respirazione è complessa, gli sembra di non riuscire a inspirare tutta l'aria di cui avrebbe bisogno. Questo vivere con una quantità d'ossigeno sottodomensionata rispetto al suo fabbisogno (non è solo una sensazione, lo sa) gli ha donato una nuova visione del mondo e della vita.

lunedì 3 ottobre 2011

Nel bianco

Avrete notato che abbiamo aggiunto la pagina Facebook di Lettere agli Amanti. Alla vostra destra, potete cliccare "Like" che vi permetterà di ricevere gli aggiornamenti del blog direttamente sul vostro account. Speriamo che consideriate questo nuovo pulsante un miglioramento.
Una scrittrice italiana che amiamo molto ci ha onorato di un suo post, sotto pseudonimo.

Quindi, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Io sono nata in Sicilia.
Nel bianco.
Se dovessi scegliere un’immagine unica per dire la città in cui per me tutto è cominciato, direi le saline, sì, le saline di Trapani, macchia metafisica dentro un ventre magmatico. Nel perimetro di quella apparizione aliena andavano a distendersi tutte le voci, i tessuti precocemente sbriciolati delle cose che dolorosamente conoscevo.
Una inclinazione che mi è rimasta: una specie di allucinata contemplazione della luce, a cui chiedere di salvarmi, la mattina di ogni nuovo giorno, dopo aver attraversato la tragedia della notte.

domenica 2 ottobre 2011

Una cosa bella

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Quanto li hai fatti cuocere quei peperoni, sono immangiabili! E piantala di girare per casa con la sigaretta in bocca, mamma!
La mia stanza puzza di fumo, il bagno puzza di fumo.
No, ti ho detto che non la mangio la zucca, non mi importa niente se è antitumorale, ho trentadue anni, sono una bambina mamma!
Perché, non è forse vero che sono ancora una bambina?

sabato 1 ottobre 2011

Scoppie

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Come ogni mattina alle sette, la Volpe si svegliò nel suo letto. Cominciava un'altra giornata di lavoro. Non è che ne avesse tutta questa voglia. Sentiva i segni di una certa stanchezza, anche se fisicamente da 130 anni era sempre uguale. Certo, quella maledetta zampa lo costringeva a zoppicare, ma oramai ci aveva fatto l'abitudine.