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lunedì 18 giugno 2012

Lettere agli Amanti blog live, primo movimento

Il 26, 27 e 28 giugno in via Assisi 31, presso la Fonderia delle Arti, si darà vita, è il caso di dirlo, a un esperimento. L'idea è rendere carne viva, attraverso tre percorsi all'interno della stessa Fonderia delle Arti, una serie di post, una ventina, che sono stati scelti fra tutti quelli del blog attraverso delle riunioni condivise con gli allievi del primo anno della Scuola di teatro della Fonderia stessa.
Detto così, sembra una vicenda di una noia mortale. Non lo è. È stato realizzato un microcosmo di parole, emozioni, sguardi e musiche, di sorrisi e pianti, di tutto quello, insomma, che questo blog è riuscito a contenere in questi mesi, una geografia dei sentimenti con delle mappe attraverso le quali delle guide indirizzeranno i partecipanti, non più di venti per percorso.
Ma le guide saranno anch'esse parte integrante dei percorsi, accoglieranno, orienteranno, sosterranno.
I percorsi, individuati da tre colori, Rosso, Blu e Giallo, saranno realizzati in contemporanea, a coppie, secondo orari di partenza prefissati (20 e 30, 22 e 23 e 30). È bene visitare il link dell'avvenimento, per prenotazioni e chiarimenti.
 
http://www.fonderiadellearti.com/246-ultime-news/724-lettere-agli-amanti-blog-live-primo-movimento
 
Sono da sempre incapace di promuovere, e già odio la parola, avvenimenti che abbiano una qualche attinenza con me e con quello che faccio. Stavolta sono più sereno perché non credo che tutto quello che è accaduto scegliendo i post, disegnando i percorsi, trovando la migliore soluzione spaziale per restituirne la vitalità, sia merito o colpa mia. È stata un'esperienza di comunicazione, qualcosa di antichissimo e futuribile, ha a che fare con la polis, ma anche con un'astronave, col passato remoto e col remoto futuro, la presa d'atto della straordinarietà del genere umano e dei suoi racconti.
Fatico a definire allievi i partecipanti all'operazione, essi sono stati anche miei docenti.
Come fatico a definire Virginia Franchi la regista di tutto questo. Vengono alla mente parole semplici e difficili, note e desuete, maieuta, orientatrice, madre. Con una domanda: quanto la levatrice è anch'essa creatrice di una nuova vita?
Spero di non aver dato l'impressione di chissà quale pomposa e raffinata operazione intellettuale sia stata effettuata. Lettere agli Amanti blog live, primo movimento, è una capsula lanciata nel vuoto che vuole rappresentare le donne e gli uomini di questo pianeta nella loro semplice e contraddittoria vitalità.
Ovviamente, non è stato detto tutto. Per questo, quello presente è solo il primo movimento di una sinfonia che speriamo prosegua e prosegua e prosegua.
I post scelti non sono i vincitori di chissà quale concorso, ma soltanto quelli che a questa comunità sembravano più coerenti con quello che si voleva raccontare. Che non ho capito neanch'io cos'è, se non quello che ho appena finito di scrivere.
Nel secondo movimento ci saranno altri post, o gli stessi più altri, o altri completamente diversi, secondo la mutazione che qualunque essere vivente ha il diritto di sperimentare.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la Fonderia delle Arti, senza Giampiero, Maurizio, Giorgia, Anna, Loredana. Senza Attivarti, che ha condotto con sé degli artisti contemporanei anch'essi affondati nel blog, che esaltano, completano e riorientano i significati di quello che viene comunicato.
 
Ecco, forse ho capito: tutto ciò è un essere vivente che ne racchiude altri. Venite a incontrarli.
 

Il coraggio di Vittorio

Vittorio Gassman, una sera, una di quelle lunghe sere che trascorreva a Firenze con i suoi allievi che facevano a gara per rispondere alle sue provocazioni intellettuali e cupamente allegre, cercava una definizione di coraggio. Che cos’è? fingeva di chiedersi, ma aveva già la risposta.
“C’è un cane ferocissimo, qui sotto, in cortile. Nessuno riesce neppure ad avvicinarsi. Ma non possiamo uscire, tornare a casa, finché il cane è di sotto. Chi scende e cerca di occuparsene, ecco, quello è un coraggioso.”
Semplice, come esempio. Incontrovertibile.
Con perfino un qualche valore simbolico del singolo che si sacrifica per il bene comune, il tornare a casa, rischiando il dolore fisico.

domenica 3 giugno 2012

Mare, soldati e contadini

La prima poesia l’ho pensata a cinque anni. Non la ricordo bene, credo vi fosse coinvolto un contadino che fissava stupito le sue mani sporche di terra, le righe sul palmo, le unghie nere.

Si perdeva dentro quelle mani, iniziava su una di esse un viaggio come se l'appendice fosse un mare immenso e misterioso, quello stesso mare che non aveva mai visto.
 
Voltava oltre il promontorio del pollice, risaliva per la discesa che lo congiungeva all’indice e, appena dopo il medio, si tuffava nel grande, terribile oceano del palmo, al centro del quale, ne era sicuro, c’era un gorgo immane che rischiava d’ingoiare la fragile navicella con la quale attraversava la sua mano sporca di terra.
 
C’erano altre confuse azioni, di cui non ho memoria, lotte per resistere ai marosi delle dita, battaglie sconvolgenti contro il vento proveniente dal polso, un vento freddo, che riportava alla realtà e dissipava il sogno.