Cerca in Lettere agli Amanti

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venerdì 31 maggio 2013

Ma torno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Amica mia com'e strana la vita.
Tu ti ci aggrappi, lui che la butta.
Tu, mia amica, moglie del mio amico, madre dell'amico di mio figlio.
Lui, mio fratello.
Lui che disprezza, tu che combatti.
Tu che, io lo so, non a te ma alla tua famiglia pensi, anche per loro hai forza.
Lui che, nella voragine della sua psiche malata, nel vuoto dell'alcool, delle sue famiglie se ne sbatte.
Entro in un'aula di giustizia, oggi, sempre la stessa, ma tu non ci sei. Una tua collega, amica, mi dice parole belle. Mi piace come parla di te, ne sa parlare. Ci scambiamo la tua assenza.
I fogli sul muro dell'aula, invece, non dicono bene di te e del tuo non esserci, sono bugiardi.

lunedì 20 maggio 2013

Lassù


Lo so, non sono uscito venerdì, ma in compenso ora vi tormenterò fino a venerdì prossimo con quello che vedete qui sopra. Concludiamo, per ora, l'esperienza di Non fidatevi delle parole con un'ultima azione spettacolare. Finora è andata bene oltre le nostre più rosee aspettative. "Lassù" è il gran finale.
Anche in questo caso, dopo aver acquistato il biglietto conservatelo con cura. Come quello di Tortuga, fra una settantina d'anni varrà il costo di un appartamento di medie dimensioni a Città Giardino o sulla faccia oscura della Luna, a scelta. So dell'esistenza di collezionisti che aspettano "Lassù" per avere tutti e quattro i biglietti della prima apparizione pubblica di LISA, serie che sarà ovviamente, di valore inestimabile. Sagaci investitori, mi viene da definirli.
Lassù ci sono due bambini che guardano noi giù.
Lassù, anche se fa male, tutto può finire bene
LISA con "Lassù" vi aspetta sabato 25 maggio, alle 21 e 30, a The Hub Roma, viale dello Scalo di San Lorenzo 67, con i piedi saldamente appoggiati sulle nuvole.
Potete prenotarvi dal sito killmelisa.com, o al numero +39.389.83.50.323.
 

venerdì 10 maggio 2013

Racconto ospedaliero delle due di notte

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Sono seduta nella quarta sedia di destra. Era libera anche la seconda a partire da sinistra, ma per scaramanzia non mi ci siedo più su quella.
Credo che mi metteró a fare, tra me e me, "il gioco dei malati" per ingannare il tempo. Inizio io.
Di fronte a me c'è una famiglia, madre, padre, una bimbetta particolarmente brutta. Non so che cosa o chi stiano aspettando, fin'ora sono solo rimasti seduti, in silenzio, ognuno con i propri pensieri e gli occhi gonfi di sonno. Nessun malato individuato, anche se potrei azzardare sul padre. Mi asterró per ora. Di fianco a loro, nelle sedie gialle, c'è una strana coppia. La ragazza è molto grossa, sudaticcia, e continua a scrivere al telefono in modo frenetico, senza alzare mai gli occhi dall'apparecchio. Non ha la fede ma quello alla sua sinistra dev'essere il compagno. A differenza sua è molto magro e ha una mano enorme e rossa. Ecco, l'ho beccato! È lui il malato. E uno.

venerdì 3 maggio 2013

LISA, Libere Iniziative Spettacolari Azzardate at The Hub

Questo per dire che state per assistere al debutto in società di LISA, Libere Iniziative Spettacolari Azzardate. Il 4 maggio sarà ricordato nei tempi dei tempi come la data cardine di un miracolo accaduto nell'epoca più oscura di questo Paese dal dopoguerra. "Incredibile", diranno gli storici, "che LISA sia nata nel 2013. "Che coraggio", aggiungeranno i più entusiasti, "Che culo", i più cinici, ed entrambi avranno ragione.
Volete rimanere nella Storia? Per un prezzo fra i 13 e i 7 euro potrete essere parte di uno di più importanti eventi del Terzo Millennio. 19 e 30 e 21 e 30 tutti i sabati di maggio a The Hub, viale dello Scalo di San Lorenzo, Roma. Il programma è qui sopra.
Conservate il biglietto, con quello che varrà i vostri figli potranno acquistare una casa di proprietà, niente di gigantesco, tre camere e doppi servizi in un quartiere semicentrale di una qualunque capitale europea.

Primo maggio, festa dei lavoratori.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Alla fine, steso sul letto, penso a lui.
Squilla il telefono. So bene che quella chiamata proviene dal suo numero, perché, anche se non lo ricordo, avverto inconsciamente il gesto che compie nel digitare il mio. L’orologio segna le tre e un quarto e io rispondo. La sua voce è molto più rauca dell’ultima volta, come se il tempo si fosse posato sulle sue corde vocali per non lasciarle più.

Papà?”
“Ciao, come stai?”

Sembra che quella telefonata faccia parte di una normale abitudine, un quotidiano contatto per avere notizie. Non è così.
Ogni vocale o consonante pronunciate dalla sua bocca hanno un oscuro peso di stanchezza e rassegnazione nei confronti della vita, degli altri, di se stesso.

“Ho sentito la mamma. Mi ha detto che non lavori da molto tempo.”