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venerdì 22 novembre 2013

Ordinatamente

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 

"Sono passati molti mesi, ora è il tempo giusto, per chiedersi e rispondere. Io di domande, durante questo periodo lunghissimo, alle mia anima sfracellatasi con te, non ne ho fatte. Ho voluto prima curarla, risparmiandole l’ulteriore dolore di cercare le risposte. Anche perché di risposte da darle non ne avevo. Dunque ho taciuto e l’ho distratta, raccontandole fiabe e poesie o tutt’al più chiedendole di aspettare in perfetto silenzio. Il dolore urlato è inutile. Il dolore, per avere speranza di guarire, va sparso ai piani bassi, come una polvere che i pensieri soffiano piano, su, su, fino alle narici, fino al cervello, che è il posto giusto per il dolore. All’interno della mia esistenza, tu non avevi speranza di entrare. Ogni cassetto conteneva ordinatamente i pezzi della mia vita.

Ordinatamente è l’avverbio che la descrive con ossessiva precisione.

Banale è l’amore che scoppia improvviso.

lunedì 4 novembre 2013

Alla mia M.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Decise di chiuderla definitivamente.
Prese una busta capiente e radunò tutte le cose che gli appartenevano.
La prima idea fu quella di gettarle in un cassonetto, ma si rese conto che le serviva più tempo per un gesto di tale durezza.
Così si trovò a sfiorare per l'ultima volta oggetti e ricordi.
Dispose sul fondo di plastica le opere di Eduardo, non prima di aver riletto accuratamente la dedica a inizio pagina.
Alla mia M.
Ricordò quanto effetto le fece sentirsi attribuito quell'aggettivo possessivo.
Sopra il libro posizionò gli anfibi. Un dono senza pretesto cui ancora non riusciva ad attribuire un significato.