Cerca in Lettere agli Amanti

Cerca in Lettere agli Amanti

venerdì 12 luglio 2013

Luce, terza parte

 
Mi domando se in effetti tutto venga contagiato dalla mia esperienza, dai miei desideri, da quello che ritengo essere il mio destino. Vedo un uomo anziano ed egli è logicamente connesso alle pratiche della clinica di fronte all'albergo dove soggiorniamo. Perché è in evidente difficoltà? Perché viene amorosamente custodito da una creatura così più giovane di lui? Perché potrei essere lì per la stessa ragione?
Guardiamo il mondo come se tutte le vicende che in esso avvengono fossero parte della nostra autobiografia, come se nulla potesse sorprenderci davvero. L'entità del nostro stupore è direttamente proporzionale al tempo della nostra capacità di prevederlo: più breve sarà, più grande avvertiremo la meraviglia, o lo sgomento, o l'orrore. Ma quel tempo resterà sempre, per quanto microscopico, quasi innavertibile. Prevediamo, instancabili, mal tollerando il caso che si frappone così spesso fra noi e le nostre previsioni. Facciamo progetti, a breve, medio e lungo termine, come se questo gesto avesse un senso. È probabilmente la nostra mortalità che ci spinge a ricercare una qualunque capacità d'incidere sul reale. Sappiamo bene qual'è la fine della storia. Crediamo, quindi, di poter influenzare lo svolgimento della trama.

venerdì 5 luglio 2013

Luce, seconda parte

Perdonate il ritardo, riaccadrà, ma è un racconto difficile, complesso, che mi richiede una grande concentrazione. Spero di essere in grado di terminarlo.
 
Non mi sembra di averla vista entrare. Quindi, quando la trovo seduta al tavolo accanto alla grande vetrata sulla strada ho l'impressione sia apparsa. Non l'ho vista sulla porta della sala della colazione, guardare incerta e azzurra scegliere il miglior posto per iniziare la giornata, non l'ho seguita sistemare con cura la propria sedia e quella di chi, sono sicuro, aspetta che consumi con lei il primo pasto. Marito? Fidanzato? Amica? Compagna? Non l'ho vista scegliere accuratamente i cereali, lo yogurt, delle prugne, tutti accuratamente disposti nelle piccole coppe trasparenti dinanzi a lei e al suo ospite ancora invisibile. Ha cura di qualcuno, più di quella che ha per sé.
Azzurra, è tutta azzurra, compresi i capelli abbaglianti di un biondo posticcio che riflettono il colore dell'abito leggero, non completamente fuori stagione ma decisamente prematuro. Quella che ci mostrano le grandi vetrate della sala della colazione è non più di una speranza di primavera. Guardando con attenzione è facile seguire le minuscole persone affrettarsi giù in strada con giacche, cappotti, indumenti che smentiscono l'apparente calore del sole di maggio.
Non vedo il suo viso, coperto ai miei occhi dai capelli e da una lieve curvatura della schiena. Ha delle mani lunghe e giovani che maneggiano con pensosa fermezza gli oggetti sul tavolo, variandone di continuo la disposizione. Che tutto sia pronto, è il messaggio che tenta di rivolgersi, che tutto sia perfetto per l'arrivo di.