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mercoledì 17 ottobre 2012

L'uomo che arrossiva

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Come ti è venuto in mente?
Ho visto tante lacrime, su visi altrui, ma che appartengono a te. Le hai volute tu, le hai desiderate con tutto te stesso.
Ho sentito voci rotte dal pianto, voci da altri che però parlavano di te.
Strano, tu non parlavi mai di te. Arrossivi, al massimo, prima di rispondere ad una domanda. Fa strano vedere un uomo così grande arrossire; per questo eri buffo.
Lunedì sembrava una giornata d’estate, il mare era calmo. Si vedevano all’orizzonte, dietro la torre vecchia, alcune vele che sfidavano l’ottobre. C’era un leggero venticello, che ti ha fatto levare la maglia pesante; ti sei pure abbronzato le guance e il naso ti è diventato rosso.
Avrai, come al tuo solito, canticchiato Mina sottovoce, fischiettando anche, mentre gli altri non ti guardavano. Si sentiva il mare infrangersi sugli scogli e far friggere la schiuma bianca che si portava alla riva. Tu l’hai sentito.
L’hai sentito talmente forte che hai voluto vedere con i tuoi occhi in fondo alla scogliera.
 
Ti sei alzato, ti sei sistemato gli occhiali e tirato su i pantaloni polverosi.
Hai infilato le mani nelle tasche e hai percorso 47 passi, fino alla scogliera e senza alcun dubbio, senza guardare l’orizzonte privo di nuvole, senza pensare alle giornate che si stavano accorciando, all’ape che stava scegliendo il suo fiore poco lontano da te, ai peperoni sott’olio di tua madre, alle bottiglie di vino che ti restavano in cantina, alle mani di Michela, al tuo giaccone blu che tra poco avresti dovuto tirare fuori dall’armadio, senza pensare ai tuoi 32 anni, hai deciso che era venuto il momento di imparare a volare.
Da quella scogliera.
In quel mare.
Sotto gli occhi di quella vecchia torre.
Proprio in quel posto, che sarà per sempre tuo.
Ciao Fabio."
 
Irene
 
“Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.”
[Antoine de Saint-Exupéry]
 

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