Cerca in Lettere agli Amanti

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martedì 31 gennaio 2012

Scrive ancora la signora delle orchidee

"Com'è vero, potremmo essere molto vicine, nonostante gli anni che ci separano, forse succede alle donne che scelgono (ma si sceglie davvero mai qualcosa?) uomini così poco generosi, a quelle che riescono a farsi bastare quel poco, quel poco che peró  "c'e".

Forse crediamo di non meritarci di più.

So che ci sono e ci sarò sempre, ma non so se lo voglio.

Continuerò a fare la spesa, a ridere e a piangere, ma non so se lo voglio.

Non perché mi tradisce, lo so e l'ho sempre saputo, l'ha sempre fatto, ma credevo che saremmo rimasti vicini, su due strade parallele, a volte più avanti lui a volte io. Poi ci si aspetta e si riparte.

lunedì 30 gennaio 2012

Carta da parati e piedi freddi

Prima di morire, è sempre difficile trovare la cosa giusta da dire. Alcuni ci riescono.

 "O se ne va quella carta da parati o me ne vado io."

Oscar Wilde (1854 - 1900), scrittore e drammaturgo irlandese

"Either that wall paper goes, or I do". La frase, attribuita, sarebbe stata pronunciata da Wilde prima di morire riferendosi alla carta sulla parete di fronte al suo letto in una squallida stanza nella città di Parigi.

domenica 29 gennaio 2012

Parole

 

 

C'è una cosa che mi ha insegnato questo blog, o meglio, che mi ha ricordato. Le parole sono preziose. Sono gemme che si snodano l'una dopo l'altra, in gioielli semplici, anche se non sempre perfetti. Il loro numero non è importante, la loro bellezza dipende dal fatto stesso che sono nate, a ondate, l'una dopo l'altra, per andarsi a conficcare nei nostri occhi. È stato scritto da qualche parte che le storie non esistono finché qualcuno non le racconta. È proprio così. Le storie vere e inventate che sono scritte qui sono tutte ugualmente reali, per il semplice fatto che voi le leggete. O meglio, per il fatto che qualcuno le ha scritte.

venerdì 27 gennaio 2012

Reincarnazione, una risposta.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. È meglio leggere il post ascoltando la canzone. Aprite continua a leggere, prima. Scusate per il disagio.

 

"Balliamo, lenti e inesorabili, allacciati, con te con la gonna lunga che si apre a ruota e io immacolato e nero nel mio smoking affittato. Balliamo come coppia che apre il ballo matrimoniale che non abbiamo mai fatto e che non potevamo fare perché non ci conoscevamo. Balliamo, gli occhi negli occhi, sorriso nel sorriso, manine care, balliamo senza fermarci questa canzone triste e serena, al canto di una donna scomparsa quando ancora non eravamo nati, che ci fa ricordare quello che si è perduto in questo tempo che non siamo stati insieme.

Non ci conoscevamo, dici tu. Ma dovevamo stare insieme lo stesso, dico io.

"È stata colpa mia?"

Ti rispondo subito. No, no. Colpa di entrambi. Di nessuno.

giovedì 26 gennaio 2012

Ricomincio da me

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 "A chi non è mai capitato un periodo nero?

Che poi, in quei rari momenti di lucidità, ti trovi a scorrere l’elenco delle tue sciagure, ma non trovi nulla che possa dirsi irreparabile.

La precarietà di un lavoro che ami, che ti appassiona, ma che tra poche settimane si potrebbe interrompere; i malesseri di un figlio, di cui non si trovano cause e che ti danno un sacco di pensieri; la forte delusione provata per il comportamento di una persona che credevi particolarmente amica.

Piccoli patimenti che a furia di girarti in testa e di tenerti sveglia la notte, diventano una voragine dove ti perdi, precipiti, piangi.

 

La cosa più semplice?

Prendersela con qualcuno o con qualcosa: è colpa dell’amico, del “sistema”, persino di Dio.

Compatirsi, crogiolarsi nella tristezza, lasciarsi trasportare dalle giornate senza energia né inventiva.

 

E invece no. Questa volta no.

mercoledì 25 gennaio 2012

Mentre moriva

 

Mentre moriva non pensava che alla sua bicicletta. Mentre moriva non aveva altre visioni. Verde, una Bianchi di sessant'anni prima. 

Mentre moriva, solo le gomme bianche e nere, solo lo splendente manubrio, il piccolo faro quadrato. È finita, pensava, devo riassumere, devo dire qualcosa ai miei figli che piangono, a lei che sta qui accanto, devo lasciare un oggetto che racchiuda almeno una parte di quello che sono stato. Una parola, una frase, un discorso. Ma devo pensarli, prima.

martedì 24 gennaio 2012

Risposta alla signora delle orchidee/gardenie

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 

  

"Appoggia la testa sulla mia spalla. Sospira.

Mormora che è tutto difficile, che alla fine, i rapporti cambiano, che i sentimenti si trasformano, che la quotidianità è una cosa, l’amore è un’altra.

Non mi ha mai detto che è innamorato di me, mai in modo diretto.

Ma io lo so, anche se non ne capisco il motivo.

Credo davvero che gli manchino le risate fragorose, le carezze sulla schiena, il sentirsi amato, in maniera disinteressata e completa.

Se non fosse tutto così difficile, forse non lo vorrei.

Anche se, cara signora delle orchidee/gardenie, io non lo voglio comunque.

Ma qui non si tratta di volere o meno, si tratta di rinunciare a qualcuno che mi sta dando così poco, a cui però non riesco a dire basta.

Perché lui c’è (qualche volta).


E spesso, a noi donne, basta quello.

domenica 22 gennaio 2012

Non è colpa mia

 

Guardando il figlio che le porta il brodo, non può fare a meno di confrontarlo con Carla, la maggiore. Il sorriso storto di lui è così lontano dalla quieta autorevolezza dell'altra, da una specie di pena per loro che la madre vede continuamente nei suoi occhi, quando viene a trovarli.

"Mi devi tutto, lo sai?", le aveva detto l'ultima volta, mentre usciva, notando un ultimo sguardo di compassione.

"Sì, mamma, aveva risposto lei, "lo so e ti sarò sempre debitrice."

venerdì 20 gennaio 2012

Bello di papà

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 

 "Amore mio bello, 

purtroppo non ce la faccio a venire,il biglietto è molto caro, l'albergo non riesco a trovarlo ed è tutto di corsa. Al più presto compro un volo per marzo, visto che tu vieni a febbraio. Con calma.

Mi dispiace, mi manchi tanto, tantissimo e questo Natale avrà un retrogusto un po' amaro senza di te. Non riesco a pensarci, mi ero appena cominciato ad abituare a stare a cena con te la vigilia ed ecco qua: non ci sei più. Sono tanto fiero di te, stai facendo una cosa bella, coraggiosa, anche divertente ma anche faticosa e con tanti punti interrogativi. Però, è il momento giusto per affacciarti alla vita in un modo non previsto, senza certezze ma con volontà, capacità di adattamento e curiosità. 

giovedì 19 gennaio 2012

Non basta

 

Quando si è inginocchiata, non credeva che lo stesse facendo per stanchezza. Disperazione, piuttosto, il tentativo d'implorare la fine del suo tormento, un gesto (le ginocchia doloranti contro l'asfalto) netto e privo di senso, un breve, silenzioso grido d'aiuto. Di sconfitta, una richiesta di perdono, anche se non aveva chiaro quale fosse il delitto che aveva commesso. Ma doveva implorare qualcuno o qualcosa perché finisse il dolore. Doveva esserci qualcuno o qualcosa che fosse in grado di mettere fine alla sofferenza, senza toglierle la vita.

mercoledì 18 gennaio 2012

Muhammad Alì

 

Mio padre non ha mai smesso di chiamarlo Cassius Clay, il nome da schiavo, come diceva Alì, che aveva voluto cambiare quando si era convertito ed era diventato un uomo libero.

Non eravamo appassionati di boxe, io e mio padre, ma Cassius Clay non era un pugile, era un'altra cosa. Un semidio e uno schiavo, un uomo con la schiena talmente diritta da rinunciare a un titolo mondiale pur di non partecipare alla guerra del Vietnam. Un ballerino e un assassino. Irrideva i suoi avversari e ne aveva pietà. 

martedì 17 gennaio 2012

La signora delle orchidee risponde

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 

"Non c'e nulla di perfetto in 20 anni di convivenza, nemmeno nella migliore del mondo.

Non mi sono mai piaciute le orchidee, non hanno nulla da nascondere, non hanno il cuore, solo una grande bocca, spalancata, pornografica e quindi non erotica.

E poi non profumano.
Ma se fossero state gardenie, allora la signora avrei potuto essere io, e avrei risposto all' amante di mio marito.
Le avrei detto che vede tutto al contrario, che la perfezione sta nel desiderio, nel mistero, nell'amore nuovo, quello che fa strappare i capelli, quello che ti scioglie qualcosa dentro ogni volta che lo pensi. Quella è la perfezione.
20 anni insieme sono troppi .

lunedì 16 gennaio 2012

Orribili foto di famiglia

C'è un sito che raccoglie le più brutte foto di famiglia mai scattate, con una particolare attenzione per gli statunitensi, che nel campo hanno, bisogna ammetterlo, una certa tradizione. Il sito si chiama Awkward Family Photos.

Il lunedì tendiamo sempre a farvi sorridere. Ed ecco qua.

domenica 15 gennaio 2012

A Silvia, Giacomo Leopardi

 

 

Sono stato nella casa natale di Giacomo Leopardi, a Recanati. V'invito a rileggere A Silvia. A voce alta, è meglio. Perdete cinque minuti del vostro tempo. Alla fine vi spiegherò perché.

 "Silvia, rimembri ancora

quel tempo della tua vita mortale,

quando beltà splendea

negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,

e tu, lieta e pensosa, il limitare

di gioventù salivi? 

venerdì 13 gennaio 2012

L'ultima donna

Mentre si posa sul divano non può fare a meno di ammirarla. È il gesto stesso che ammira, così femminile e assolutamente naturale, non lezioso. Per questo non concepisce che lei si segga ma, appunto, che si posi, come una foglia sulla scura terra autunnale. Si domanda se quello che vede è reale o è causato dall'adorazione da cui è invaso, in quel preciso punto del tempo e dello spazio che è l'inizio di un nuovo amore, dominato da una sconcertante esaltazione e dal timore di perdersi.

giovedì 12 gennaio 2012

Il richiamo della foresta

 

 

"Il richiamo della foresta" di Jack London è un libro che abbiamo più o meno letto tutti, almeno tutti i maschi di una certa generazione. Era impropriamente definito come un libro per ragazzi, quando esisteva ancora questa categoria. L'avevo letto, comunque, e l'avevo messo nel mio personale scaffale dei libri che appartengono a una precisa epoca della vita, quella della formazione letteraria tramite contenuti semplificati. Quindi Salgari, Verne e, per l'appunto, London. Mi sbagliavo.

L'ho capito quando mi è capitato di leggere la traduzione di Gianni Celati, illustre scrittore e intellettuale italiano. Celati ha cercato di restituire, quanto possibile, la lingua originaria che ha usato London, ritmica, sincopata, come si conviene a un'epica ballata di frontiera. Ha lavorato sul testo originale, la copia fotostatica autografa di London, diversa dalle successive edizioni anglosassoni perché i voluti errori ortografici e sintattici dell'autore erano stati corretti.

Ho letto, quindi, un altro libro, nuovo.

mercoledì 11 gennaio 2012

Dillo con un sms... Pathetic men quotes

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


"Una selezione, per categorie, dal nostro archivio di sms ricevuti da uomini (40enni!!) che tanto ci hanno fatto soffrire ma che tanto abbiamo amato.

martedì 10 gennaio 2012

Invasione

Questa fotografia è stata scattata nel magazzino di un negozio di Footlocker nel Bronx.
Quello che vedete, riverso su uno scopettone, è un topo lungo all'incirca un metro. 
Gli esperti asseriscono che non può, in nessun caso, trattarsi di una specie autoctona, ma il simpatico animaletto dovrebbe provenire dal Gambia.

lunedì 9 gennaio 2012

Clandestini 2: Lui

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



 

"Il momento che segue la lezione è quello che lui preferisce. L’assedio delle studentesse, in netta maggioranza rispetto ai colleghi uomini, la raffica di domande, le facce leggermente arrossate, i corpi, surriscaldati dalla vitalità, che si accalcano intorno a lui, lo fanno sentire onnipotente. Lui dispensa risposte con studiata parsimoniaHa imparato a dosare le sue perle di saggezza frenando la spontanea generosità che lo portava, appena è stato nominato ordinario di estetica, a lasciarsi travolgere da ogni minimo dubbio, da ogni più piccola incertezza dei suoi studenti. Adesso, per i colloqui lunghi, riceve nel suo studio privato. In facoltà si concede a piccole dosi. Gli piace guardare i visi in attesa, le labbra socchiuse, gli occhi supplicanti, la leggera tensione fra le ragazze, splendide combattenti in fiore che sidisputano un attimo della sua attenzione.

domenica 8 gennaio 2012

Innamorarsi delle persone sbagliate

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



"Si dice che un bravo scrittore inizi con un quaderno d'appunti.
Io non parto da quello. Per essere bravi bisogna capire la vita che passa, conoscere le persone che ami. 
Io non sono sicura di conoscerle.
Mi sono innamorata degli anni Venti, mi sono innamorata di Sadie, di Lara, di Ed.
Di Dario.
L'amore fa male, fa soffrire.

venerdì 6 gennaio 2012

Qualche notazione e Razzismo


Qualche breve notazione. Qui accanto vedete il tasto per seguirci su Tweeter. Premetelo, grazie. Da oggi non invieremo più il link sulle bacheche Facebook per non disturbarvi. Quindi, se volete, venite a cercarci sul blog. Rimarremo, ovviamente sulla bacheca del blog medesimo. Inoltre, riposeremo il sabato, tutte le settimane, perché dobbiamo evitare di diventare una pubblicazione periodica. Grazie, speriamo che continuerete a seguirci come e più di prima.

Il razzismo è certamente un abominio, una distorsione della realtà, una malattia originaria dell'essere umano che ha radici talmente profonde da essere in qualche modo incomprensibili.
Credo che una delle ragioni del fenomeno sia una certa incapacità ad accettare il diverso da noi, come recita una delle spiegazioni più banali.
Di fronte a questa affermazione passiamo oltre, annoiati, consci di aver ascoltato un'ovvietà.
Ma cosa significa rifiutare il diverso da noi? 

giovedì 5 gennaio 2012

Someone like you



La semplicità è un merito? Così labile è il confine che la separa dalla banalità, che spesso neppure chi scrive, suona o dipinge riesce ad avvertire la differenza.
Nella testa di tutti noi oggi suona una canzone, come spesso accade quando un pezzo arriva al successo, così planetario e totale che quando la riascolteremo fra qualche anno ricorderemo esattamente dov'eravamo quando l'abbiamo ascoltata, o comunque un episodio, anche minimo, legata a essa.
L'autrice è una ragazza. Si chiama Adele. Il titolo è quello del post. Pubblichiamo la traduzione per quelli che non conoscano bene l'inglese.

mercoledì 4 gennaio 2012

La mente che scodinzola



Ho avuto la fortuna di ascoltare a RadioTre un'intervista a Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, autore del libro che dà il titolo al post. In sintesi, il professore affermava che la mente umana, dal punto di vista evoluzionistico, è progettata per consentire a chi la porta a spasso di sopravvivere e riprodursi. Per questo sbattiamo come contro un muro di gomma quando ci avventuriamo verso la comprensione ultima dell'esistenza, al noumeno, come lo chiamava Kant. Non siamo in grado di farlo, perché non è utile per sopravvivere e riprodurci.
Portando in fondo il discorso, e qui sono io che aggiungo, dal punto di vista evoluzionistico l'uomo sta riscuotendo un indiscutibile successo: si è allungata la vita media, siamo ormai sette miliardi, trent'anni fa eravamo quattro, quindi siamo bravissimi a sopravvivere e riprodurci.
Ma il discorso del professore tende a descrivere come inutile tutto quello che non sia direttamente connesso con i due imperativi dell'evoluzione. Inoltre, fra inutile e dannoso il passo è brevissimo.
Il progresso della mente umana non tende quindi alla complessità ma alla semplificazione.
Credo che tutti i lettori sappiano che lavori io faccia, quindi mi sono sentito punto sul vivo.

martedì 3 gennaio 2012

La signora delle orchidee

Come consigliato da alcuni lettori, abbiamo, da oggi, anche un indirizzo Twitter: @LetAgliAmanti. Fra qualche giorno inseriremo il pulsante per seguirci. Siate numerosi, grazie.

Comunque, riceviamo e volentieri pubblichiamo.


"Mi dice: “È solo che vi amo entrambe. Ma lei non lo potrebbe capire. Lei vuole essere unica."

Sorrido, stupita dalla superficialità della sua frase. “Tutti vogliamo essere unici."

Abbassa gli occhi, si alza dal divano e finge di leggere i titoli dei dischi nella libreria.

“Non so che fare", dice.

Lo guardo. Mi guarda. Lo amo, lo amo davvero e senza motivo.

Lo amo incondizionatamente.

Lo amo quando ride.

Lo amo quando passa in ufficio e non mi saluta.

Lo amo quando mi chiama per cognome.

Lo amo, e so che, dopo 20 anni di matrimonio, amo in parte anche sua moglie.

lunedì 2 gennaio 2012

Temere




Sono molti i giorni in cui temo tutto. Di non essere all'altezza, di non riuscire a farmi valere, dell'eccedere nel farmi valere.
Esistono giorni in cui ritengo di non essere più in grado di scrivere, che per me è un poco come scoprirmi improvvisamente cieco, o paralizzato, o idiota.
Non sono gli stessi giorni in cui mi percepisco come inadatto, a quelli sono abituato, non mi creano nessun timore, solo una certa inquietudine e, infine, un'acquiescente accettazione di me.
Ma non essere più in grado di scrivere, di comporre piccoli manufatti non irrinunciabili, certo, ma in cui sia impressa, anche malamente, la mia essenza, quello è insopportabile.

domenica 1 gennaio 2012

2012, 2001


Stanley Kubrick impiegò cinque anni a costruire 2001, Odissea nello spazio.
A chi gli chiedeva cosa rappresentasse il monolito che, come un deus ex machina, dà inizio e fine a tutta la storia, rispondeva che non aveva voluto fare un film che avesse una spiegazione ma un'esperienza visiva che comunicasse direttamente con l'inconscio dello spettatore.
Non era vero, ovviamente, non totalmente vero. Gran parte della sceneggiatura, quella più inerente alla trama, esiste per parlare alla nostra mente conscia e razionale. Ma, in assoluto, Kubrick aveva ragione: non c'è una spiegazione logica che ci dia conto di tutti i dettagli del film.