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lunedì 9 gennaio 2012

Clandestini 2: Lui

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



 

"Il momento che segue la lezione è quello che lui preferisce. L’assedio delle studentesse, in netta maggioranza rispetto ai colleghi uomini, la raffica di domande, le facce leggermente arrossate, i corpi, surriscaldati dalla vitalità, che si accalcano intorno a lui, lo fanno sentire onnipotente. Lui dispensa risposte con studiata parsimoniaHa imparato a dosare le sue perle di saggezza frenando la spontanea generosità che lo portava, appena è stato nominato ordinario di estetica, a lasciarsi travolgere da ogni minimo dubbio, da ogni più piccola incertezza dei suoi studenti. Adesso, per i colloqui lunghi, riceve nel suo studio privato. In facoltà si concede a piccole dosi. Gli piace guardare i visi in attesa, le labbra socchiuse, gli occhi supplicanti, la leggera tensione fra le ragazze, splendide combattenti in fiore che sidisputano un attimo della sua attenzione.


Tutto questo sublima l’attrazione sessuale che lui nutre per quell’esplosione di gioventù. Non mischia il lavoro con le faccende personali. All’inizio è stata una scelta. Adesso è un fatto naturale. A volte ci riflette e stenta a riconoscersi, lui che ha sempre nutrito un’adorazione per il sesso femminile e si è concesso tutte le avventure che ha desiderato e potuto ottenere. Ora è diverso. Ha una moglie bella e stimolanteda ogni punto di vista e i ragazzi, i suoi, maschio e femmina, così diversi e così adorabili, ognuno a suo modo.

Lascia l’università e raggiunge lo studio. Certo oggi non è la giornata ideale per vedere lei. Sua moglie l’ha chiamato, prima della lezione. Gli ha detto che la scuola l’ha avvertita di un ennesimo episodio di bullismo da parte delle compagne di Chiara. Era molto agitata, al telefono. Pare che a scatenare l’episodio sia stato il commento disua figlia al voto dell’interrogazione in storia. Pensa al modo più delicato per dirleche reagire ad un otto chiedendo “Come posso rimediare” non la fa certo risultare simpatica alle sue compagne che stentano a raggiungere la sufficienza.

L’idea di tornare a casa prima, però, non la prende neanche in considerazione. Lei si è fatta viva ieri ed era un bel po’ che non lo faceva. Quando lei chiama, lui corre. Se non fosse così, finirebbe la storia e lui sarebbe un pazzo se lo lasciasse accadere.

Non ha preso appuntamenti in studio e si è ritagliato un’ora, forse qualcosa in più. L’ha avvertita e lei ha detto subito sìNe era sicuro, altrimenti non avrebbe chiamato ieri. Oggi non può riceverlo a casa. Suo marito è in giro, non ha ben capito perché. L’unica cosa chiara è che, come al solito, le rare volte in cui è lei a dover andare da lui, è in ritardoTeme che non venga, che si sia stufata di questa storia così mordi e fuggi, che gli dica che non vuole più vederlo o, peggio, avanzi pretese di maggiori attenzioniOgni tanto succede. Lei dice che è innamorata, ma è solo perché è una romantica. A un certo punto, esasperato dall’attesa, scende a prendere un caffè e si piazza davanti al portone. Pochi minuti e ha la visione. Gli fa sempre questo effetto quando la vede, come la prima volta. Più che una donna, un fumetto di Manara. Tutte le caratteristiche femminili esagerate. L’aveva vista da dietro, seduta sulla scalinata esterna della facoltà. I jeans lasciavano in vista la parte finale della schiena, bianchissima, le fossette di Venere pronunciate e due nei gemelli al centro. Reggeva il telefono tra collo e orecchio e, con entrambe le mani, giocava con i capelli lunghissimi, di un biondo abbagliante. Lei aveva sentito il suo sguardo addosso e si era girata puntandogli in faccia gli occhi verdi, enormi. Continuava a parlare al telefono, diceva qualcosa riguardo al certificato di laurea da ritirare e lo fissava dal basso. Poi, all’improvviso, aveva chiuso la telefonata e gli aveva chiesto: “Ci conosciamo?”

Ora è davanti a lui, un vestitino leggero, la pelle che emana luce, nessuno le stacca gli occhi di dosso e lui la prenderebbe anche lì, sul cofano di una macchina, su un marciapiede, ovunque. Nessuna donna gli fa quell’effetto. Fanno le scale in fretta, lei avanti, con la sua schiena arcuata che spinge in fuori il più bel fondoschiena che si possa immaginare e lui che non le stacca le mani di dosso. Lei ride, è felice. È tutto un gioco, per lei.

Appena arrivano dentro, gli si avvinghia intorno con le gambe, neanche il tempo di arrivare alla scrivaniaSembra nata per quello, per giocare, per farlo impazzire. Fosse per lui, le starebbe dentro ore. Glielo dice. Lei lo asseconda per pochi secondi, si ferma. Poi si gira, gli dà la schiena, non resiste, si muove. Lui la conosce così bene che è in grado di sentire quello che sente lei ed è questo, forse, che rende speciale quell’unione. Lei si agita, con le mani cerca di toccarlo, sembra un animale impazzito e non c’è una volta in cui quell’esplosione di vitalità non gli sembri un miracolo. Così l’assapora fino in fondo e non riesce a trattenersi. Adesso è sfinito, privo di forze. Lei, invece, è già tornata lucida. Gli dice qualcosa riguardo al telefono che è squillato e scompare in bagno come se niente fosse. Lui si avvicina alla scrivania e guarda il telefono. C’era solo la vibrazione. Come ha fatto a sentirla? Sembrava presa completamente dall’amplesso, invece aveva orecchie per tutto. Era Chiara. La chiama.

- Papà – dice agitata – le mie compagne mi hanno minacciata.

Cerca di tranquillizzarla.

-
La professoressa vuole sapere i nomi, ma io non faccio la spia. – insiste lei .

Lui dice che devono parlarne a voce, è sopraffatto dalla tenerezza e dall’orgoglio per quella piccola donna così simile a sua madre e a lui. Ha preso il meglio di entrambi.

Intanto lei esce dal bagno. Sembra ancora più bella, più luminosa. Si avvicina, lo bacia sulla guancia. Lui cerca di trattenerla, ma lei scappa via. È già lontana, presa dalle sue cose. La finestra dietro la scrivania dà sulla strada. Lui la apre, guarda giù. La vede percorrere il marciapiede con la sua falcata sicura, i capelli che ondeggiano. C’è stato un momento in cui ha pensato di possederla. Ora quel momento è lontano. Lei è lontana. La vede estrarre il telefono dalla borsa. Starà organizzando la sua serata. È ovvio che una donna del genere, insoddisfatta del marito, non può accontentarsi di queste sveltine con un professore di mezza età.

Richiude la finestra. Deve pensare alla sua famiglia, adesso."


Clau

 


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