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mercoledì 4 gennaio 2012

La mente che scodinzola



Ho avuto la fortuna di ascoltare a RadioTre un'intervista a Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, autore del libro che dà il titolo al post. In sintesi, il professore affermava che la mente umana, dal punto di vista evoluzionistico, è progettata per consentire a chi la porta a spasso di sopravvivere e riprodursi. Per questo sbattiamo come contro un muro di gomma quando ci avventuriamo verso la comprensione ultima dell'esistenza, al noumeno, come lo chiamava Kant. Non siamo in grado di farlo, perché non è utile per sopravvivere e riprodurci.
Portando in fondo il discorso, e qui sono io che aggiungo, dal punto di vista evoluzionistico l'uomo sta riscuotendo un indiscutibile successo: si è allungata la vita media, siamo ormai sette miliardi, trent'anni fa eravamo quattro, quindi siamo bravissimi a sopravvivere e riprodurci.
Ma il discorso del professore tende a descrivere come inutile tutto quello che non sia direttamente connesso con i due imperativi dell'evoluzione. Inoltre, fra inutile e dannoso il passo è brevissimo.
Il progresso della mente umana non tende quindi alla complessità ma alla semplificazione.
Credo che tutti i lettori sappiano che lavori io faccia, quindi mi sono sentito punto sul vivo.

Gli artisti, di cui faccio parte, non sono persone che contribuiscono alla sopravvivenza e alla riproduzione, con il loro cocciuto e inesausto ricercare quel principio primo, la risposta alle banali ed eterne domande, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Sono, anzi, una distrazione che fa perdere tempo. Non che Vallortigara abbia mai fatto una simile affermazione, ma la logica conclusione dovrebbe essere questa.
Ma siamo proprio sicuri? Siamo sicuri che una delle ragioni delle vittorie che stiamo riscuotendo come specie non sia proprio racchiusa nei cervellini di questi diversi? Siamo sicuri che non sia proprio il divertimento, inteso come divergere dagli affanni quotidiani della sopravvivenza e della riproduzione, la fonte del nostro successo evolutivo? E che, quindi, qualcuno se ne debba occupare?
Non ho la risposta, per carità, difendo me stesso. 
Ma difendo anche tutti gli scrittori e i lettori, i teatranti e il loro pubblico, i cineasti, i fotografi, gli scultori, i pittori, gli artisti contemporanei che fanno installazioni, gli arredatori, gli stilisti, chi posta i video su YouTube, i musicisti, giù giù fino agli estensori e ai fruitori di questo blog.
Siamo tanti, sicuro che non siamo fondamentali?

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