C'è una cosa che mi ha insegnato questo blog, o meglio, che mi ha ricordato. Le parole sono preziose. Sono gemme che si snodano l'una dopo l'altra, in gioielli semplici, anche se non sempre perfetti. Il loro numero non è importante, la loro bellezza dipende dal fatto stesso che sono nate, a ondate, l'una dopo l'altra, per andarsi a conficcare nei nostri occhi. È stato scritto da qualche parte che le storie non esistono finché qualcuno non le racconta. È proprio così. Le storie vere e inventate che sono scritte qui sono tutte ugualmente reali, per il semplice fatto che voi le leggete. O meglio, per il fatto che qualcuno le ha scritte.
Per questo esistono storie belle, altre meno belle, struggenti, allegre, con fotografie, o silenziose, ma sono tutte mie e vostre, sono tutte, anche le più zoppicanti, le meno perfette, uniche.
Qualcuno ha pensato di mettere insieme quelle parole in quel preciso modo, perché qualcuno le leggesse.
Non è un piccolo ma prezioso gesto d'amore, un modo per dire che non abbiamo paura del tempo e della morte, che non finiremo e che non finiamo qui, fra queste braccia, queste gambe, questa testa, questi limitatissimi confini?
Non potremmo raccontare le storie senza le parole. Pensate cosa perderemmo. Tutto, temo.
Abbiamo scelto di scrivere storie brevi perché vogliamo toccarci solo per un minuto, perché non c'è il tempo d'incontrarci più a lungo. Ma le storie che abbiamo scritto e che scriveremo, che abbiamo letto e che leggeremo, sono luminose e forti come i più grandi romanzi.
Perché le abbiamo scritte l'uno per l'altro.
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