Cerca in Lettere agli Amanti

Cerca in Lettere agli Amanti

venerdì 13 gennaio 2012

L'ultima donna

Mentre si posa sul divano non può fare a meno di ammirarla. È il gesto stesso che ammira, così femminile e assolutamente naturale, non lezioso. Per questo non concepisce che lei si segga ma, appunto, che si posi, come una foglia sulla scura terra autunnale. Si domanda se quello che vede è reale o è causato dall'adorazione da cui è invaso, in quel preciso punto del tempo e dello spazio che è l'inizio di un nuovo amore, dominato da una sconcertante esaltazione e dal timore di perdersi.

Come tutti gli amanti si risponde di no, che anche se avessero passato insieme vent'anni non potrebbe vederla diversa da così, perché lei è speciale, in un modo speciale, in un tempo speciale.

Lei lo guarda sorridendo, e lui non è in grado di sostenere quello sguardo che lo commuove, lo rischiara, lo riscalda.

Pensa che ora, così minorato e impedito nei movimenti, così ingiuriato dal tempo, incapace di parlare in modo intellegibile, non dovrebbe nemmeno pensare all'amore, l'idea dovrebbe essere esclusa dal suo orizzonte.

Cerca di ripetersi che si tratta di una badante, una professionista che si occupa di lui. Perché lui, ora, è solo un relitto tenuto in vita con amoroso accanimento. Non meno pernicioso dell'odio, comunque.

Sua figlia gli domanda se sta bene. Lui piega il capo un paio di volte, per annuire. ”È bello questo vecchietto, vero Ljuba?" 

Ljuba scocca un altro sorriso, si solleva con la stessa grazia con la quale prima si era posata, è sempre una foglia ma ora viene sospinta verso di lui dalla brezza, gli si avvicina e gli pulisce l'angolo della bocca con un fazzoletto. Della bava, probabilmente.

Non ha più il controllo di nulla, di quasi nulla.

Nessuno conosce questa sua anima giovanissima e innamorata, intrappolata nell'ammasso di carne dolente che era un tempo il suo corpo. Nessuno è in grado di capire quanto ami Ljuba, come sia meraviglioso e terribile essere lavato da lei, come la vergogna lo faccia gemere e sospirare, come, quando alla fine riesce ad abbandonarsi alle sue mani, lei sia sua madre, la sua prima amante, la sua ultima.

Ljuba non saprà mai quanto la ama. 

Quando la figlia li lascia, Ljuba gli passa una mano sul capo, carezza quelle bianche piume sottili che ricoprono la sua testa da pulcino. 

Sono fortunato, pensa, la mia ultima donna è la più bella.

Nessun commento:

Posta un commento