Cerca in Lettere agli Amanti

Cerca in Lettere agli Amanti

venerdì 1 febbraio 2013

Everything Must Change

 
Mentre si riveste, la brutalità della questione lo colpisce con chirurgica certezza. Conosce quella sensazione d'irrimediabile perdita, gli è già accaduto molti anni prima, per avvenimenti assai meno importanti. Non sarebbe eccessivo affermare che l'ha sempre saputo.
Non staranno mai insieme.
"Vai via?"
"Devo, amore."
"Rimani, ancora un poco."
La guarda con in mano la volgarità dei suoi pantaloni da indossare in fretta.
"Ti prego."
Così le si distende accanto, ma lontano, non può evitarlo. Finge tenerezza, sottovalutando, come sempre, la sua capacità di comprendere, di sapere sempre cosa lui senta davvero.
Non può fare a meno di immergersi nei capelli di lei, madre, figlia, compagna e amante. Lei, che non rivedrà mai più.
 
Non è strano che ne abbia la sicurezza mentre contempla il suo corpo chiaro e già non più giovane riverso sul letto, il suo profilo quasi dormiente nella pienezza dell'atto appena compiuto.
È abbastanza semplice, per lui, innalzarsi oltre l'attimo esistente e guardare più lontano, al loro futuro, e non vedere che rimorsi e rancori.
Non ne è certo, ma deve ripeterselo per affrontare l'ultima volta che uscirà dalla porta della sua casa.
Si mette seduto e le parla, mentre ormai lei ha già tutto compreso e le lacrime le rigano silenziose il viso.
 
"Tutto cambia, amore mio, ma non questo mio amore per te. Potrei mentirti, e cercare di spiegarti, ma non è possibile. Quindi, ho intenzione di scriverti una lettera in cui ti dirò che è stato bellissimo, ma non sarà più. Tenterò di usare le parole adatte per non ferirti, perché tu creda che ti lascio perché non ti amo più, ma non sarà la verità.
Ti amerò sempre, e per sempre sarai la mia speranza di una vita diversa da quella nella quale sono ormai avvolto. Quasi lieto, alcuni giorni, ma avvolto senza speranza né volonta di uscirne.
Ti amerò sempre, ma per questo ti lascio andare, invece che tenerti accanto. Tu non puoi essere di più, sei tutto. Ma io non posso sostituire quello che ho. Porterebbe troppa sofferenza. Quindi scelgo il tuo, di dolore, scelgo di farti male e ti sacrifico al vivere quieto, non mio.
Non mio, ricorda. Di entrambi, spero, credo."
 
Lei si volta, esibendo gli occhi piangenti come un ricatto e un'offerta. Si volta, come se lui non avesse detto nulla. Così è stato, del resto. Lui non ha avuto il coraggio di dirle la verità.
Invece dice: "Devo andare via, ma provo a liberarmi per domani."
"Domani?"
"Sì, forse posso scappare per un'ora. Dove ci vediamo?"
Lei lo guarda.
"Dove? Magari vicino a dove lavori? Ti raggiungo"
Lei lo guarda soltanto.
Poi "Domani?" ripete, sapendo che per loro quella parola non ha più senso.
Seguono rassicurazioni di reciproca necessità, orari e luoghi di un appuntamento a cui non andrà nessuno. Neppure un ultimo sguardo sulla porta, hanno paura di tradirsi e di confessare la fine del loro amore.
 
Quando, anni dopo, passerà sotto le sue finestre, s'impedirà di guardare in alto. Ma ancora non avrà smesso di amarla, perché non può fare altrimenti.
La lettera, invece, non l'ha mai scritta.
 

Nessun commento:

Posta un commento