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venerdì 14 giugno 2013

Il mio arancio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Un abbraccio intenso.
Uno sguardo dolce da quel balcone.
Sirene accese.
Buio.
Cosa resta? Foto, ricordi. Il tuo orologio da tasca.
Una sensazione che posso provare solo ad occhi chiusi, proprio come quando, chiudendo gli occhi in riva al mare, provi a immaginare cosa ci sia oltre.
Quelle tue mani grandi, da uomo che ha lavorato tutta la vita per costruire un futuro alle proprie figlie.
Calde, accoglienti. Mi avvolgono il viso e subito quell'odore d'arancio che mi inebria.
Buio.
 
Quell'odore che è istintivamente collegato alle mie lacrime che, ecco, scivolano giù tra le tue dita, ma non le bagnano. Asciugano tutto con amore.
Non so se potrò mai ricambiare quell'abbraccio, prepotente, fermo, quasi insoddisfacente.
Non so come andranno le cose in futuro.
Non so se potrò riavere il piacere del saltarti sulle spalle.
Non so se rivedrò mai quegli occhi profondi, come il mare che tanto ti piaceva.
So solo che mi basta chiudere gli occhi per averti accanto.
So che mi basta quell'odore, fresco, di casa, per sapere che ci sei.
Sei tascabile anche tu proprio come quell'orologio, ti posso portare ovunque io vada.
Vivi. Vivi tra i miei pensieri come il ricordo più profumato, più grande e più dolce che io possa avere mai.
Ti amo.
Tua Giulia."
 
Giulia
 

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