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lunedì 4 novembre 2013

Alla mia M.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Decise di chiuderla definitivamente.
Prese una busta capiente e radunò tutte le cose che gli appartenevano.
La prima idea fu quella di gettarle in un cassonetto, ma si rese conto che le serviva più tempo per un gesto di tale durezza.
Così si trovò a sfiorare per l'ultima volta oggetti e ricordi.
Dispose sul fondo di plastica le opere di Eduardo, non prima di aver riletto accuratamente la dedica a inizio pagina.
Alla mia M.
Ricordò quanto effetto le fece sentirsi attribuito quell'aggettivo possessivo.
Sopra il libro posizionò gli anfibi. Un dono senza pretesto cui ancora non riusciva ad attribuire un significato.
 
A fianco poggiò delicatamente gli occhiali da sole. Non le servivano, ma metterli la rendeva complice della sua divertente forma di cleptomania.
Nello spazio rimanente incastrò l'orologio con tanto di originaria scatola. Era un regalo di Natale anticipato di un mese. Lui non amava le convenzioni, tanto meno le feste comandate, ma sapeva perfettamente quale sfumatura di verde preferiva.
Infine fece scivolare su un lato del sacchetto una conchiglia, cimelio delle spiagge della sua terra, e una matrioska a calamita, testimonianza dell'ultimo tentativo di stare insieme.
Non si era mai resa conto che si trattava di poca roba.
Davanti a se, razionalmente sistemati, gli anni più felici e infelici della sua vita.
Avrebbe riconsegnato il pacco al mittente il giorno dopo e sarebbe partita.
 
Non riuscì a chiuderla, la busta."
 
Anonima
 

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