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venerdì 20 luglio 2012

La casa, vuota

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 
"Ti penso spesso, penso alla donna straordinaria che eri, con quei boccoletti biondi che ti contornavano il viso.
Penso a quando ero piccola e ho aperto il bagno e c'eri tu seduta sulla tazza del cesso. Ti chiesi se eri incinta e tu scoppiasti a ridere con quel sorriso perfetto di cui non mi scorderò mai.
 
Certe volte, quando sono sul palco con il microfono in mano, ti vedo laggiù che mi guardi con le lacrime agli occhi pieni di amore e fierezza. Cosa darei per riaverti qui, per abbracciarti, per baciarti come non ho mai fatto, per mangiare il tuo brodo con i tortellini di cui andavo ghiotta, ricordi?
Vorrei che ogni tanto mi parlassi del nonno come facevi spesso mostrandomi il medaglione che ritraeva il suo volto.
Avrei voluto parlarti del mio fidanzato, mostrarti una sua foto e sentirti dire "Che bel ragazzo!"
Tempo fa, quando ho sgomberato casa tua insieme a papà, prima di uscire per sempre l'ho guardata, vuota, completamente. Peró io vedevo te cucinare, o tutti noi riuniti per il pranzo dell'Epifania, o io e te sdraiate sul letto a guardare "La signora in giallo", io che indovinavo l'assassino e tu che ti stupivi dicendomi che ero bravissima.
Quanto mi manchi, mi manca tutto questo, un'infanzia meravigliosa passata con te e che non dimenticheró mai. Ti voglio bene."
 
Lucia
 

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