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giovedì 15 maggio 2014

Tortuga, -5

Lo facciamo per esistere. Lo facciamo per la bellezza, non la grande, quella piccola, nostra e di chi viene a vederci. Ma lo facciamo, soprattutto, perché non abbiamo alternative. La nostra collaborazione, che è un eufemismo definire tale, con chi si occupa di dare una veste grafica a tutto quello che facciamo ne è un'evidenza. LSD Lostudiodorme ha con noi una connivenza che non è stata fondata su teorie astratte ma sulla reciproca comprensione di quello che faceva l'altro, dell'altissima competenza e amore che venivano usati nella costruzione dei progetti. Noi e loro siamo diversi ma uguali nell'inseguire una visione che non sia corriva e che non strizzi l'occhio a una indifferenziata commerciabilità. Siamo pionieri e combattenti, con la forza delle idee e del nostro lavoro cerchiamo ossessivamente la migliore soluzione possibile. Siamo entrambi servitori del bello e del pubblico che guarda e che assiste alle nostre azioni e siamo ostinati e contrari. Siamo eccellenze.
Tortuga è una sintesi abbastanza precisa di quello che facciamo insieme, col suo corredo di oggetti concepiti e manualmente eseguiti da LSD. Lo spettacolo italiano e quello romano in particolare ha una straordinaria capacità di dimenticare, per comodità dei mediocri che, in tal modo, ritengono di essere scopritori illuminati di cose in realtà già fatte e archiviate come inutili. In quest'epoca, appunto, di mediocri, le eccellenze devono temere per il proprio futuro.
 
I mediocri si affiliano, fanno fronte, ammorbano con l'affascinante olezzo della stupidità tutta l'aria che respiriamo, tanto che non si riesce a distinguere più nulla in questa notte in cui tutte le vacche sono grigie. I mediocri riescono ad avere accesso alle risorse, con la collaborazione di mediocri che, a loro volta, ne traggono vantaggio. Confondono, strillano su fb o su Twitter, polemizzano non conoscendo neppure superficialmente l'argomento della medesima polemica intrapresa. Asseriscono come patrimonio comune sciocchezze evidentemente avverse al buon senso. Gridano contro lo stato, ben collocati a riparo di uno stipendio per un contratto a tempo indeterminato che lo stato stesso gli elargisce. Sono figli di papà e di mamma, nati e cresciuti in una rete di conoscenze familiariste che consente loro, qualora cadano, di cadere sempre in piedi. Ragionano di nulla nei localini del centro o della periferia alla moda, fanno teatro per la 'ggente che disprezzano oltre ogni dire. S'investono l'un con l'altro di un'autorevolezza mai comprovata. Rimpiangono i bei tempi andati, in cui avrebbero potuto a malapena fare gli spettatori televisivi senza diritto di parola. Si riempiono la bocca di libri che non hanno mai letto, di maestri che non hanno mai conosciuto, di idee che non hanno mai avuto.
Io non li odio, li trovo soltanto pericolosi, perché sono la maggioranza. Fingono di essere giovani e odiano i giovani con scientifica ipocrisia. A volte qualche mediocre più astuto riesce a svettare su qualche altro mediocre e diventa un maestro. Ecco, quelli temo, perché rischiano di dilapidare l'enorme forza creativa annidata fra coloro, giovani davvero, che sono facilmente preda della loro pervicace autopromozione.
Tortuga non è contro tutto questo. È semplicemente un'altra cosa. Non vogliamo essere contro, ma a favore. Di quelli che non sono mediocri.
Come? A domani.
 

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