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mercoledì 7 marzo 2012

L'uomo che cancellò il volto di Cristo

 

La Resurrezione di Lazzaro è un dipinto che il Caravaggio eseguì a Messina nel 1610. Sessant'anni dopo, nel 1670, ne venne affidato il restauro a un pittore poco più che quarantenne, Andrea Suppa, brillante esponente del tardo barocco siciliano.

L'arte del restauro era ben lungi dall'essere sviluppata e meticolosa come oggi la conosciamo. Quindi, il Suppa iniziò l'operazione trattando sì il quadro come se fosse suo, ma senza nessuna conoscenza specifica.

Per qualche misterioso motivo, sul quale uno psicanalista avrebbe oggi redatto un illuminante saggio, iniziò dal volto di Cristo. Potete intravederlo a sinistra, con la veste rossa, che ordina a Lazzaro di alzarsi e camminare, come riportato nella narrazione evangelica.

Passò un panno appena inumidito con dell'acqua sul viso del Salvatore, e accadde l'irreparabile: lo cancellò, trasformando i tratti in una indistinta macchia nerastra.

 

Sconvolto, tentò di mettere riparo al danno usando una mescolanza di sali di sodio. Il quadro venne completamente coperto da una patina biancastra e la pittura iniziò a sfogliarsi.

Finalmente lo portarono via dal luogo dove stava compiendosi il misfatto e alcuni esperti, chiamati in tutta fretta, riuscirono a salvare quasi completamente l'opera.

Quasi, perché non fu possibile riparare il volto di Gesù, che, come vedete, è rimasto, per la maggior parte, invisibile.

Ne seguirono infinite polemiche locali che indicarono, ovviamente, il Suppa come il responsabile del danneggiamento.

Purtroppo, Andrea Suppa non tornò più lo stesso e, schiacciato dal peso della sua ingenua imprudenza, morì qualche mese dopo di crepacuore, a soli quarantadue anni.

Questa storia, come ogni favola nera, ha una morale: la bellezza va maneggiata con infinita cura, altrimenti si muore.

Anche la nostra bellezza.

 

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