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domenica 7 agosto 2011

Leggerezza

Non so quando sia iniziato, credo più meno alla fine degli anni sessanta, ma il termine "leggerezza" è diventato una parola d'ordine, un approccio obbligato per tutto quello che riguardava il comportamento personale, dall'amore, appunto, da vivere con "leggerezza", al lutto, da elaborare con "leggerezza".Da lì, il crollo delle ideologie, l'intrecciarsi e il terminare dei rapporti interpersonali, da consumare con sorrisi e senza drammi, il dovere come insopportabile e ingombrante bagaglio che non aveva nessun valore, anzi, c'impediva di essere "leggeri".

Tutti, più o meno, alla fine di una lamentazione, giustificata o non, ci siamo sentiti ammonire che è meglio vivere la vita con "leggerezza".

Leggerezza dopo leggerezza, sembra che siamo volati via.

Rivendico il piacere di essere, a giorni alterni, una mattina sì e una no, o il primo trimestre di ogni anno, completamente, inesorabilmente, assolutamente "pesanti" e vedere cosa succede.
Chi lo sa, magari staremo meglio, e capiremo meglio le cose, e riusciremo anche a far stare meglio gli altri.

Tanto, a tornare leggeri ci si mette un attimo.

2 commenti:

  1. Penso a "Lezioni americane" di Calvino... un maestro di Leggerezza. Per qualcuno è una conquista difficile, faticosa. E a tornare pesanti ci si mette meno di un attimo.

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  2. Penso, a volte, al peso insostenibile della leggerezza, i sedimenti della vita che rimangono, come scorie nucleari, nascosti sempre più nel profondo. Talmente nascosti che ce ne dimentichiamo. Nessuna corda suona al di là di quei luoghi e tutto si dissolve in una insulsa canzoncina. Viviamo come le farfalle, in volo e volando moriamo.

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