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domenica 28 agosto 2011

Vulcano

Nell'ambito dei rapporti umani esistono filiazioni di diversa natura, spesso non biologica.
Sono figlio di Charles Dickens, di Kafka, Marguerite Yourcenar, Philip Roth, Peter Brook, Giorgio Strehler, Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, andando più indietro nel tempo di Shakespeare, Dante, di Euripide, Platone, Socrate, ancora più indietro, dei rabbini, degli scriba Egizi e Sumeri. Sono figlio dei Fenici.


Di mia moglie Claudia, che mi ha insegnato a vedere e ad amare, di Leonardo, di Caravaggio, di Fidia, di coloro che hanno eretto il Partenone e il Colosseo, di Gregorio Botta.
Più direttamente, sono figlio di Vittorio Gassman e di Adolfo Celi, di Simona Lunadei, che insegnava Filosofia e Storia al Liceo Virgilio, di Giovanna Persi, Lettere alle Medie.
Sono figlio di Giovanni XXIII, di Gandhi, di Robert Kennedy, di Martin Luther King, d'Immanuel Kant, di Pietro Calamandrei, di Sandro Pertini, d'Indro Montanelli, di Antonio Gramsci, di Aldo Moro.
Di Giuseppe Ciccarone, mio cognato. Di Massimo Genna, mio amico da trentacinque anni, di mio fratello Ruggero.
Sono figlio di mia figlia Lucia, la cui nascita è stato l'evento più sconvolgente della mia vita.
Sono figlio di Tequila, la gatta che non c'è più, di Gigi e Tina, i miei cani che ci sono ancora.
Tralascio i musicisti, perché sarebbero troppi.
L'elenco potrebbe proseguire per molte righe, per molti post, ma sarebbe inutile. Il concetto è chiaro, spero, la filiazione riguarda tutti coloro che hanno avuto un'influenza positiva nella nostra esistenza, che hanno accresciuto le nostre conoscenze, che ci hanno permesso di ruotare il nostro sguardo verso qualcosa di migliore.
Ieri sera ho visto Vulcano, l'ultimo spettacolo di Virginia Franchi, mia assistente e aiuto per tre anni. Ho visto la sua ferma delicatezza, la sua pazienza, la sua ostinazione comunicativa. Tutto quello che ho avuto la fortuna d'insegnarle è stato superato e chiarito, anche ai miei occhi, nonostante non condivida appieno il testo che ha diretto.
Sono il suo maestro, orgogliosamente, il suo secondo padre adottivo, con infinita tenerezza. E sono anche suo figlio.

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