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giovedì 22 dicembre 2011

Ampolle




"Non ci riuscirai."
Glielo dice con appena un velo nella gola, senza animosità, con la decisione di chi non vuole che accada, nient'altro.
"Che significa che non mi dimenticherai mai?", aggiunge.
Lui non sa come risponderle. 
Gli era sembrata una buona idea dirle che comunque lei è una donna di così grande vastità, di una tale grazia e meraviglia che per lui non sarebbe mai stato possibile dimenticarla. Una buona idea, aveva pensato, gratificante. Niente oblio, per te, ma la solida nettezza dell'eterno ricordo. Non ci lasceremo mai, anche se non saremo insieme.
Invece lei glielo aveva rivoltato contro.

"Non mi chiuderai in un'ampolla, accanto a un libro con dentro i fiori secchi che mi hai regalato il giorno del nostro primo appuntamento." A pagina venti, il giorno di settembre di quell'incontro.
Non era questo che lui voleva dirle, ne era sicuro. Voleva spiegarle quanto fosse perfetto il loro amore, anche se impreciso temporalmente. 
L'avevano detto molte volte, perché non ci siamo incontrati prima? Perché non dopo, almeno? Perché, più crudelmente, non abbiamo fatto di tutto per non incontrarci?
Non potevano vivere insieme. Lei non avrebbe mai lasciato suo marito e i due figli, lui non era disposto a rinunciare a vivere da solo. 
O almeno, così le diceva per tranquillizzarla, per non farle capire come si sentiva solo, la sera. Neanche tanto, poi, se leggeva il libro giusto.
Non è vero, soffriva in un modo intollerabile, ma non c'era nulla da fare.
"Non vi riuscirai. Non farai di me solo un ricordo. Un profumo che svanisce in un'ampolla."
Aveva tentato di lasciarla. Di convincerla che era meglio per lei, per entrambi. Non sarebbero mai stati uniti come avrebbero desiderato e meritato, forse. Tanto valeva lasciarsi andare. Proprio così le aveva detto, lasciami andare, e poi che sarebbe sta per sempre la donna più importante della sua vita.
Sentiva anche lui che quelle parole erano prive di significato, nell'istante stesso in cui le pronunciava. Banali, nella migliore delle ipotesi. Inutili, in realtà.
Lei non aveva pianto, ma gli aveva detto che no, non si sarebbe fatta chiudere in un'ampolla.
Mentre le affonda dentro, sa che comunque non sarebbe stato possibile.
Per contenerla avrebbe dovuto costruire un'ampolla immane, impegnare, tutte le vetrerie del pianeta, per mille anni. Il peso dell'ampolla sarebbe stato tale da spostare l'asse terrestre, il sole avrebbe arso tutto il terreno a est e il resto sarebbe stato sconvolto da incessanti maremoti. La loro specie sarebbe scomparsa.
Mentre le affonda dentro, comprende che non c'è nulla che possano fare per lasciarsi.
Che sono perduti, felici e perduti per sempre.

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