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mercoledì 14 dicembre 2011

Delirio di onnipotenza, o Narcisismo 2

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



 

"Leggendo il bellissimo e sincero post di Lorenzo, sono tentato di intervenire e proporre il mio punto di vista che nasce dall'esperienza personale.

Appartengo a quella categoria di attori che costantemente non fa che denigrare il proprio lavoro con una punta di cinismo autodistruttivo che alle volte rasenta l'ironia ma più spesso cade nel melenso.

Sono di quelli che se si rivedono in televisione o in registrazioni delle proprie performance teatrali, si mette platealmente le mani sugli occhi o comincia a beccare l'altro se stesso con battutacce da spettatore di avanspettacolo.

Ma col tempo ho capito che non è umiltà bensì una forma avanzata di narcisismo.


Narciso muore affogato contemplando la propria immagine nello specchio d'acqua e io, come lui,  riguardando il mio operato, annego nello stesso modo credendo di avere un atteggiamento diametralmente opposto.

L'autodenigrazione  è il rovescio della medaglia dell'autoesaltazione e sconfina con il delirio di onnipotenza.

Non sono Laurence Olivier? E allora sono una merda!” dice l'insidiosa vocina interna del grillo parlante truccato col fondotinta.

Lorenzo ha assolutamente ragione quando parla di “benefica unicità” e non deve vergognarsi a dirlo.

Non è narcisismo analizzare meticolosamente i propri pregi e i propri difetti attoriali cercando di capitalizzarli per costruire qualcosa in grado di diventare un personalissimo strumento di comunicazione.

L'unica cosa su cui non sono d'accordo con lui è la sua supposta differenza di rendimento personale tra il cinema e il teatro.

Perché così perde il gusto del gioco. Quel gioco  che porta ad affrontare con stoicismo e divertimento qualsiasi forma di rappresentazione, sia sullo schermo, in video o in palcoscenico.

Tra il maniacale, ammirevole ma non sempre fruibile approccio di un Gian Maria Volontè e l'eccessiva disinvoltura dell'istrionismo di Alberto Sordi esiste una via di mezzo: la disponibilità di Mastroianni.

E spero non sia delirio di onnipotenza averli citati tutti e tre."


Andrea Lolli

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