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mercoledì 16 novembre 2011

Clarence

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"George Bailey è sull'orlo della disperazione. Con la sua ditta “Costruzioni e Mutui” ha trascorso l'intera esistenza ad aiutare gli altri sacrificando le proprie ambizioni. Ma adesso rischia di perdere tutto per colpa di un errore dello zio ubriacone. Il signor Potter, perfido magnate in carrozzella, ne vuole approfittare per sopprimere la ditta e diventare il padrone della cittadina. George è stanco, sfiduciato, vuole farla finita. Ma mentre sta per suicidarsi buttandosi da un ponte, dal Cielo arriva Clarence, un angelo di seconda classe, cioè privo di ali.

Il buffo vecchietto mostra a George cosa sarebbe stata la vita degli altri se lui non fosse mai nato: la moglie sarebbe diventata una triste zitella; il fratello sarebbe affogato giovanissimo in un lago ghiacciato e quindi non avrebbe mai potuto salvare la vita a dei suoi commilitoni durante la seconda guerra mondiale; un anziano farmacista, a cui George aveva impedito un fatale errore, si sarebbe ridotto ad una larva umana; una sua amica di infanzia sarebbe stata costretta a fare la prostituta e l'intera cittadina si sarebbe trasformata in un agglomerato di cinismo e perdizione. Di fronte a tutto questo George ritorna sul ponte doveva voleva porre fine alla sua esistenza e piangendo implora: “Signore, fammi vivere!”
Sono 35 anni che piango come un vitello davanti alla “Vita è meravigliosa” di Frank Capra e confesso che anche in questo momento gli occhi mi si sono inumiditi di lacrime.
Non sono ateo ma non ho mai avuto un buon rapporto con Dio. Da sempre, come se fossi una versione incattivita di Don Camillo, litigo con lui trattandolo da proprietario di un albergo che non sa assolutamente gestire. Non mi piace,
anche perché non mi piacciono le persone che lo rappresentano.
Allora per quale motivo continuo a scoppiare in singhiozzi incontrollabili di fronte ad una pellicola dalla morale così evangelica?
Forse perché in fondo quel “Fammi vivere!” non è rivolto al Padreterno ma a noi stessi.
Siamo noi Clarence e solo da noi dipende farci spuntare le ali."

Andrea Lolli

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