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sabato 26 novembre 2011

Soldatino e ballerina

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.





"Era una neonata desiderata. Ma il padre desiderava di più un maschietto. Eppure, quando la prese tra le braccia, capì che niente e nessuno avrebbe contato più di lei al mondo.
Era una neonata perfetta, dalle proporzioni perfette, il pediatra diceva: "Di bambini così ne nascono uno ogni 100 anni". 
Era una bambina buona, non piangeva mai: ogni tanto la mamma la dimenticava nella culla, poi correva per darle da mangiare e la trovava lì, a sorriderle.
Rideva e sorrideva in continuazione, in famiglia era chiamata Cuor Contento.
Nonostante tutto, il padre si dimenticò forse della promessa fatta e il lavoro lo portò lontano dalla sua bambina. 
Ogni volta che il papà rincasava, era sempre più donnina e un po' meno bambina.

Lui la cresceva come un piccolo soldato, perché era troppo bella. Troppo. Aveva paura. 
Le insegnó la guerra, e la lotta. Le insegnò che la violenza poteva essere giusta. Le insegnó il coraggio. Le insegnó il rigore, le insegnó la vittoria. Su tutti e tutto.
Tirò su un perfetto, intransigente soldato. Avrebbero potuto scalare il K2 solo con la potenza dei loro sguardi.
Si era dimenticato solo una cosa.
Si era dimenticato d'insegnarle come si ama. Come ci si lascia amare.
Come si ama se stessi, e che a volte purtroppo si perde.
La bambina era cresciuta a metà. E quando s'affacció sul balcone del mondo, decise di capire l'amore. Sebbene fosse difficile farsi accettare per come era stata cresciuta. E sbagliava di continuo. Si faceva male, si graffiava. 
Perdeva.
Cadeva, ma poi si rialzava. 
Un giorno capì che avrebbe dovuto prendere il padre per mano e fare questo cammino insieme, ma era troppo tardi. Avrebbe trovato l'amore vero da sola, e poi forse gli avrebbe insegnato come si ama. 
Forse.
Intanto, lei era un bellissimo soldatino di stagno e una ballerina di carta."

Paoline

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