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mercoledì 30 novembre 2011

La paura del buio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.




"La notte non dormo, la mattina mi alzo presto. 

Sono giovane, ma penso comunque alla morte. Quando leggo le notizie di qualche persona importante che muore, guardo la sua data di nascita, prima, quella della sua morte poi, per capire quando, con qualche approssimazione, sarà l’anno in cui morirò. Ogni persona ne ha uno.


C’è stato un periodo abbastanza lungo nella mia vita in cui non volevo parlare, né uscire. Semplicemente non mi andava, pensavo costantemente che un giorno sarei morto, come tutti. Qualche dottore mi disse che era un esaurimento, altri, depressione. “Hai bisogno di riposo”, mi ripetevano, mentre io pensavo “Un‘altra chiara dimostrazione che studiare non basta“. Poi qualche medico molto acuto mi disse: “Dovresti prendere questi rilassanti, altrimenti, se vuoi, ci sono altre pasticche.” Allora mi sono chiesto perché mai avrei dovuto ingerire qualcosa di chimico per farmi smettere di pensare. In fondo il mio cervello mi sta parlando, mi comunica un disagio, forse dovrei rifletterci. Invece la soluzione ai problemi, come spesso accade, è il sedativo, una droga legale.

Da quel giorno sono diventato più tollerante.

Dopo un po’ di altri problemi ed effetti autodistruttivi, ne uscii da solo, niente dottori, niente pasticche, ho preso soltanto una decisione, con più consapevolezza. Vivo la vita con un forte senso naturalistico, si può dire, si nasce, si cresce, si muore, come una pianta, un animale, un uomo. 

Tuttavia, ho trovato dei motivi per cui valga la pena impegnarsi per vivere. L’Amore, i Figli, il Lavoro. La normalità.

Ciò che viene dopo è solo un attimo, chiudi gli occhi, riposati e dormi, senza sognare.


P.S. Anche stamattina mi sono alzato presto."


Anonimo


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