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giovedì 10 novembre 2011

Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino

È questo il titolo di questo dipinto di Leonardo da Vinci. È conservato al Louvre, quando io l'ho visto era sistemato alla destra della Gioconda. Era il 1986.
Ero a Parigi per lavoro, la sera precedente ero stato a cena con Bernardo Bertolucci, Dominique Sanda, sua fidanzata dell'epoca, Vittorio Gassman e Jack Lang, ministro della Cultura Francese. Avevo venticinque anni e il mondo nel palmo della mano.

Al Louvre ero da solo, volevo trascorrere la mattinata in attesa di tornare a lavoro. La sera avrei recitato al Beaubourg. Volevo vedere la Gioconda, ma era coperta da una massa compatta di giapponesi, quindi mi diressi verso il quadro più vicino. Questo qui sopra, appunto.
Sono rimasto lì ore, credo. Ho analizzato ogni pennellata, grano di pittura, perfino la cornice. Ho pianto per tutto il tempo.
Mi sono spesso domandato il motivo di quella forma di sindrome di Stendhal da cui fui colpito.
Non ero religioso, all'epoca ero ancor più fieramente ateo di adesso.
Non avevo e non ho una particolare competenza pittorica.
Non avevo nessuna attesa nei confronti del dipinto, era la prima volta che lo vedevo.
Ne sono stato investito, come da un'auto, o precipitato, come da un aereo, o sedotto, come dal primo amore.
Non c'è e non c'era nessuna ragione.
Passai un giorno inquieto, ero sicuro che, per quanto smagliante, la mia esistenza non era quella che desideravo. Cambiarono molte cose, da quel giorno, non tutte per il meglio.

L'arte non ha ragioni, o meglio, ha delle ragioni che la ragione non comprende.

1 commento:

  1. Qualche anno fa andai a fare un viaggio con le amiche a Barcellona. Un giorno ci svegliammo di buon ora e andammo a visitare il Palau de la musica Catalana. Tutto il palazzo era affascinante, maestoso, suggestivo.. bello. Ma entrata nella Sala concerti sono stata travolta in pieno da ogni singolo dettaglio: le rose scolpite in ceramica bianca e rosa, le valchirie in alto a sinistra, il rilievo sul fondo raffigurante le muse della mitologia Greca.. E poi il lucernario sul soffitto.. Non sapevo dove guardare, non sapevo cosa provare, ero spaventata, felice, piangevo. Sindrome di Stendhal, come dici tu? Non lo so. Ma ho fatto fatica ad andar via. Ho fatto fatica anche a ritornare nel mondo normale. Tutt'ora se ci penso mi viene la pelle d'oca..
    Non ci avevo mai pensato, ma.. E' da lì che ho preso pieno possesso della mia vita. E tante cose sono cambiate..
    Mi sa che hai ragione: L'arte ha delle ragioni che la ragione non comprende.. E aggiungerei, è sempre lì al posto giusto, nel momento ideale.

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