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lunedì 27 febbraio 2012

The Artist

Nel momento in cui viene composto questo post, i premi Oscar non sono stati ancora assegnati, quindi non possiamo essere sicuri che The Artist abbia vinto quello per il miglior film.

Non vogliamo unirci al coro di commenti entusiasti perché superfluo. Il film è straordinario e vi consigliamo di vederlo e di amarlo.

I significati che contiene sono moltissimi e non staremo a riassumerli. Uno, però, l'abbiamo a cuore: cos'è l'arte, per gli artisti.

 

Tutto, semplicemente tutto. Gli artisti non hanno alternative, o fanno gli artisti o muoiono. Non è necessario che siano bravi, o ricchi di talento, o geniali. La loro grandezza storica non è il punto, tanto nessuno, nell'immediato, è in grado di giudicarla. Gli artisti sono delle curiose creature, il cui numero è molto più vasto di quello che si potrebbe supporre. È probabile, per esempio, che siano densamente rappresentati fra i lettori di questo blog, ma nessuno li incoraggia, orienta, sostiene.

Gli artisti sono inoltre, da sempre, il motore economico del nostro Paese. Non vi annoiamo con i dati, ma il patrimonio artistico e d'archivio italiano è senza discussioni, il primo al mondo. La moda, per citare una delle evidenti fonti di reddito della nazione, è, qualora non ve ne siate accorti, una forma d'arte.

In questi tempi torvi e cupi in cui l'economia mangia qualsiasi altro argomento, è necessario comprendere che investire nell'arte e negli artisti significa investire per lo sviluppo, significa spendere uno per guadagnare, a breve o medio termine, tre. Qualsiasi economista vi direbbe che triplicare il capitale investito è un affare geniale.

Tanto, gli artisti o fanno gli artisti o muoiono. Si prendono con due soldi. Ma quei due soldi sono necessari, altrimenti muoiono lo stesso, ma di fame.

E tutti noi con loro.

 

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