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domenica 5 febbraio 2012

Mio fratello

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 

"Avevo 5 anni, ero in macchina con i miei genitori e mio cugino. Ci fermammo in una specie di zoo a gestione familiare, era un casale tipico della zona,  entrando sul lato c'era un sentiero tra le gabbie di animali di vario tipo, cinghiali, pavoni, conigli e maiali. All'ingresso del casale c'era una cucciolata di piccoli meticci, chiesi a mia madre se potevo prenderne uno. Mia madre fece la cosa più giusta che si possa fare in questi casi, mi disse:”Prendine uno e vai a chiedere a papà”. Un colpo basso che funzionò alla perfezione.

In macchina tenevo il Cane in braccio e si discuteva sul nome, le mie proposte furono Batman, Peter Pan e Capitan Uncino, mio padre riuscì con una buona mossa diplomatica a convincermi a chiamarlo Spugna, come il fedele aiutante di Capitan Uncino.

Spugna, molto più che un Cane. Sono sicuro che chiunque possa dire che il suo cane è un “super cane” e sarebbe giustissimo perché se c'è una cosa che so per certo sui cani è che sono cento volte meglio degli umani.

Io e Spugna siamo cresciuti insieme e sono sempre stato convinto che tra noi ci fosse un legame diverso da quello che avrebbe avuto con i miei genitori o con mia sorella qualche anno più tardi.


“Bello Cane”


Era amato perché si faceva amare, lo dimostrava come una persona, perché lui era una persona in quanto aveva una forte personalità ed era indipendente.

La mattina, quando i miei mi portavano a scuola, lui scappava. O meglio, andava a fare un giretto, si faceva da Monte Mario, dove sta la mia scuola, a Piazza di Spagna, dove ha l'ufficio mia madre. Abbiamo sempre creduto che avesse memorizzato il percorso in motorino, quindi si faceva pure tutto il Muro Torto. I primi tempi ci preoccupavamo che sparisse per giornate intere, ma regolarmente arrivava la telefonata dall'ufficio di mamma che ci avvertiva che stava lì.

 

Oppure, se non andava in centro, andava in giro per Balduina facendo amicizia con molte cagnoline. Quando si stufava tornava a casa, si metteva davanti al portone e aspettava che qualcuno entrasse, saliva le scale e grattava sulla porta per farsi aprire. Una volta fu trovato a San Saba da un signore, stava a zonzo con un randagio amico suo.


“Bello Cane”


Forse il fatto che mi ricordo meglio e che mi suscita più emozione fu quando a capodanno 1998 stavamo facendo una passeggiata in spiaggia, con me c'erano anche il mio amico Tito e i suoi genitori. Tito ed io ci allontanammo per andare a “esplorare” la macchia della Versilia.

Ovviamente dopo poco ci perdemmo in quella fitta vegetazione, sentivamo solo le grida dei nostri genitori che ci dicevano di non muoverci e di chiamare Spugna, io e Tito stavamo cercando di raggiungere la strada seguendo il rumore delle macchine, devo dire che eravamo un po' preoccupati.

Non saprei descrivere il mio stato d'animo quando a un certo punto da un cespuglio sbucò Spugna, che abbaiò come a dire “ma che state combinando, seguitemi”, ci portò sulla spiaggia dove i nostri ci sgridarono per bene.

“Bello Cane”

Nel 2009 io avevo finito la scuola e stavo partendo per l'Inghilterra dove sarei rimasto per un anno e mezzo. Spugna invece era stato investito da una macchina in campagna, fu veramente il colmo, un cane che conosceva le strade di Roma meglio di me, che a detta di alcuni testimoni attraversava sulle strisce e che dopo i 6 mesi non ha mai avuto bisogno di un guinzaglio fu investito in campagna, dove passa una macchina ogni morte di Papa. Ne uscì dopo una settimana di ricovero, zoppicava un po' e aveva la coda piegata e spelacchiata, ma per il resto stava bene.

Quando partii per Londra sapevo che c'era una possibilità che non avrei più visto il mio fratellino, ormai più vecchio di me.

Da Roma i miei mi dicevano che stava invecchiando parecchio, che i segni della botta presa si facevano vedere, stava male, io non gli stavo vicino. I miei dicevano che la cosa più triste era vederlo perdere la dignità che una persona come lui meritava di avere.

Un giorno dovetti tornare a Roma per un weekend, arrivato all'aeroporto mia madre e mio padre aspettarono che fossi salito in macchina per dirmi che durante la notte Spugna era morto.

Morì sei ore prima che il mio aereo atterrasse, mi sono perso i suoi ultimi giorni, giorni di sofferenza, mi è rimasto il ricordo di lui sano, vecchiotto ma sano.

Per questi qua sopra e per altri mille motivi io amavo quel cane, lo amo ancora, è mio fratello.


“Bello Cane”


Filippo Tirabassi

 

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