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martedì 7 febbraio 2012

Gli occhi del lupo

 

 Quando il lupo arriva ai piedi della piccola collina nella foresta, si ferma, guardando in alto, il naso al vento. C'è qualcosa, paura, polvere da sparo, metallo. C'è un altro odore, che ha sentito solo negli uomini ma che non ha mai capito cosa fosse, sale e rabbia, gli chiude la gola, lo avverte sulla lingua.

Si avvia trottando piano su per la salita, le orecchie ritte ma il pelo disteso, non c'è pericolo, ne è sicuro.

Non lo vede subito, l'uomo disteso fra gli alberi, con un lungo bastone, di ferro, però. Immobile, come se aspettasse qualcosa. Ma non aspetta nulla, il bastone è uno di quelli che servono per la caccia, ha imparato a temerli. Solo che non ha gli occhi neri puntati verso di lui. L'uomo lo tiene in bocca. Non ha mai visto niente del genere. Si ferma a guardare.

 

L'uomo non ha sentito arrivare il lupo. Non può sentire nulla, in questo momento, se non il rombo del suo sangue nelle orecchie. Ora che ha deciso, il cuore gli batte velocissimo. Se ne vergogna, pensava che andarsene non sarebbe stato difficile, che il coraggio non gli sarebbe mancato. Sente il grilletto sotto le dita, una pressione e sarà tutto finito. Ma aspettava qualcosa, una rivelazione, forse, che non è arrivata, un ultimo accecante lampo di comprensione. Invece, guarda il cielo sopra di sé, le nuvole che viaggiano al rallentatore, il sapore della canna del fucile nella bocca e trova dolorosa l'indifferenza del mondo per la sua, ormai prossima, fine. Ruota appena gli occhi per non farsi ipnotizzare dalle nubi.

Vede il lupo, al margine della radura, che lo fissa.

L'uomo lo ha visto, ma non gli fa paura, anche se toglie il bastone dalla bocca e lo punta verso di lui. Non farà fuoco, lui è più forte. Rimane fermo.

Non voleva puntare il fucile verso l'animale, è stato un gesto istintivo. Lo riabbassa, si alza lentamente, getta il fucile a terra.

Il lupo si avvicina piano, non vuole spaventarlo, non vuole che l'uomo scappi, anche se sente che ne avrebbe voglia. Vuole andargli accanto, guardarlo ancora più da vicino, da sotto in su. Vorrebbe togliergli quell'odore di sale e rabbia. Non lo sopporta, non lo fa respirare.

L'uomo vede il lupo avvicinarsi piano, prudente ma sicuro. Gli si siede ai piedi, lo guarda. L'uomo allunga una mano, senza paura, ora, per passarla fra le sue orecchie. 

Il lupo lascia fare, si fa accarezzare, una, due, tre volte.

L'uomo decide di lasciare il fucile a terra, dov'è giusto che stia, non fra le sue labbra. La comprensione che chiedeva gli è venuta dal contatto col pelo serico del lupo, dai suoi occhi grigi, forti e quieti. Ha creduto che gli dicessero che nulla è risolto ma che nulla è irrisolvibile, non qui, comunque, non così.

L'uomo si avvia, in discesa, il lupo lo segue. Finalmente l'odore di sale e rabbia non c'è più.

 

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