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domenica 12 febbraio 2012

Basta neve, grazie

Questo tempo inclemente sulla Città Eterna, oltre le buffonate di sindaci con le pale in mano vestiti da alpinisti o che assistono estatici misteriosi uomini arancioni che versano sale nello spiazzo antistante l'Altare della Patria, e la conseguente, sublime ironia dell'aquiescente popolo romano, ha portato con sé anche una percezione dell'ambiguità nelle decisioni umane, la difficoltà di sposare una condotta piuttosto che un'altra.

In particolare, la questione è stata: catene o non catene?

 

Circolare con degli orrendi pezzi di metallo sulle ruote, montate fra inenarrabili sofferenze manuali, ed essere in grado di oltrepassare qualunque difficoltà nevosa, oppure affidarsi alla propria abilità, visto che la neve non è in realtà così presente sull'asfalto, rischiando il testacoda? 

Noi amiamo le sfumature, le incertezze, i bivi dubitativi. Sarebbe stato facile, di fronte a una tormenta, montare le ovvie catene o non uscire di casa. Come sarebbe stato semplice, in assenza di precipitazioni nevose, scrollare le spalle e avventurarsi all'esterno.

 Ma Roma è ambigua, sempre e comunque. Non ha nevicato massicciamente (lo fa solo quando Alemanno non se lo aspetta) ma appena un poco.

Quindi, la decisione era demandata al guidatore, non c'era chiarezza. E lì l'essere umano capitolino ha riguadagnato la propria supremazia decisionale sulle autorità. Ha fatto, in sintesi, come gli pare.

Grande insegnamento: quando le condizioni non sono chiare, e quasi mai lo sono, confidiamo in noi stessi per prendere delle decisioni.

Soprattutto per quelle che riguardano noi e solo noi.

 

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