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mercoledì 29 febbraio 2012

Rotto

Non è possibile avere a che fare con te. Rompi sempre tutto e dai la colpa a qualcun altro.

Guardi l'oggetto cadere e non ti muovi, se non quando è troppo tardi, se non quando non puoi evitare che si rompa.

In quell'infinito istante, nel tragitto orribile e irreparabile che lo conduce alla distruzione, pensi che forse non accadrà, che al di là di tutte le leggi naturali non si romperà, rimbalzerà senza danni, noi sopravviveremo all'ennesima frattura.

Ma non è così, non può esserlo, perché non è mai stato e mai sarà, perché non si può vivere immobili nell'attesa del miracolo.

 

Non è possibile avere a che fare con me. Salvo sempre tutto, anche la tua speranza che nulla si rompa, che si possa evitare la caduta, che a un certo punto io mi pieghi e riesca a salvarci, se non per sempre almeno per quel momento. Salvarci dalla fine.

Il bello è che ci sono riuscito sempre. All'ultimo istante, o anche prima, evitando l'impatto a terra di quello che si stava rompendo.

Alla fine non si rompe mai niente, hai visto?, come tu dici sempre, ignorando sinceramente che sono stato io a evitarlo.

Stavolta ho rotto me. Mi sono lasciato cadere e non c'era nessuno a tenermi prima che colpissi la terra. Ovvio, solo io avrei potuto. Ma stavo cadendo.

Mi sono spaccato in tanti pezzi e niente mi accomoderà.

O magari sì, ma nulla sarà più come prima.

 

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