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mercoledì 8 febbraio 2012

Ogni volta che vuoi

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


 

"Siamo accampati su un ramo, nell’unico posto dove il sole ha sciolto la neve.

siamo chiusi dentro piccoli recinti, dove aspettiamo che germoglino margherite

Il meteo dice che dovremo attendere ancora dieci giorni prima di riuscire a sbrinare il cuore.

 

Come una lente d’ingrandimento, l’attesa nel recinto rende impraticabili comprensioni naturali.

Fumo un’altra sigaretta e scrivo una specie di preghiera.

Siamo usciti sabato mattina, abbiamo indossato i doposci perché altrimenti avremmo preso troppo freddo e non saremmo riusciti a camminare liberi.

Tu hai indossato una giacca a vento rossa .

A me hai prestato un paio di guanti per evitare al freddo di gelarmi le manine.

Invece io ti ho baciato sulla guancia. Senza pensarci.

Credo faccia bene tornare un po’ bambini. Hai sorriso mostrando le rughette d’espressione.

Mi piace pensare alla tua energia, che ricordo intatta e sono sicura che è una forza che non se ne è mai andata, anche se tu dici il contrario.

Credo che tu possieda quella capacità adamantina di essere un uomo. 

Ti afferro in questo pensiero e nella stretta ci sono tutte le parole che non riesco a dirti e i mille gesti che mi proibisco di farti sapere, e tutte le tue rughe che ho imparato a memoria. Tutti i capelli che non trovo più.

I miei capelli invece sono molti, ancora molti, così tanti che puoi trovarci riparo ogni volta che vuoi e venirmi a cercare, ogni volta che vuoi.

Farmi rinascere ogni volta che vuoi.


"Ti amo con gli occhi, ti amo col cuore, io piango di gioia, io piango d’amore” cantava l’Equipe 84 e loro, lo so, ti piacciono tanto."


Tua figlia.

 

 

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