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giovedì 15 settembre 2011

Arsenico e vecchi merletti

Dal sempre meno lontano Canada, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Ho avuto due nonne (come quasi tutti, immagino).
Quella materna era eccezionalmente gentile, mi permetteva di preparare le polpette insieme a lei e in gran segreto m'invitava a farne una piccola piccola, tutta mia, che avrei riconosciuto e mangiato durante la cena.
Era così gentile che mi lasciava anche credere che la mia pozione magica servisse davvero a liberarla dai dolori, temo terribili, che il tumore al cervello le provocava.
L'altra nonna ricordo di averla vista una volta: tralasciando la parte sgradevole, so che mi ha permesso di innaffiare le piante del suo terrazzo e mi ha insegnato che l'acqua non si versa sui fiori e sulle foglie ma alla base, sulle radici. Grazie, Lidia!
Ma poi ho incontrato un'altra nonna, quella di mio marito.

Eravamo ancora giovani, terribilmente felici e aspettavamo un bambino.
Avevamo deciso di organizzare un piccolo pranzo di famiglia, perché lui potesse rivedere la nonna ed io incontrarla per la prima volta.
Ricordo che la mattina presto balzammo fuori dal letto per fiondarci al mercato e trovare ravioli e ricotta fresca (ma come faccio a ricordarmelo ancora?) per stupire i nostri ospiti con uno squisito pranzo italiano.
La nonna arrivò con con la cerchia ristretta dei sui nipoti preferiti.
Da subito il pranzo si rivelò catastrofico, la nonna dai capelli candidi e gli occhi turchini sibilava cattiverie mortificanti, niente le piaceva, i nipoti prediletti la spostavano da sotto il ciliegio alla siepe fiorita, dal divano alla poltrona, nulla le dava pace e tutto l'infastidiva.
Pochissimi mesi dopo, per cercare di dare una mano, ho provato a ripulire il sangue colato sulla moquette di casa sua dopo un'ultima caduta mortale.
Ho anche provato a svuotare il suo frigorifero, una tortura.
Più tardi, quando i nipoti prediletti hanno diviso e ridistribuito i suoi beni, molto generosamente mi hanno regalato un'antica scatola da cucito e dei vecchi merletti.
Questi merletti li ho sempre conservati preziosamente e li uso ancora oggi nel mio lavoro, per farne gioielli d'argento.
Peccato, Jeanne, che non abbiamo potuto essere un po' più amiche, più solidali, più complici.
Hai gettato arsenico, ho raccolto merletti."

S., a passeggio

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