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domenica 4 settembre 2011

Cara Emma

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Mia cara, carissima Emma,
ti scrivo così perché non ho altro modo di mettermi in comunicazione con te. Spero che davanti alla mia preghiera l'amministratore del blog che entrambe leggiamo si convinca a pubblicarmi e che tu stia ora leggendo queste righe.
L'ultima volta che ci siamo parlate (sembra siano anni e anni fa e non soltanto dieci giorni) mi hai spaventata. Non tanto per quello che dicevi, quanto per la serena amarezza che c'era nelle tue parole.
"Non mi suiciderei mai", hai detto, "ma se mi capitasse un incidente credo che lo accoglierei con gioia."
Non piangevi, non gridavi, mi guardavi decisa, senza nessun desiderio di impietosirmi. Non spiavi la mia reazione, non chiedevi aiuto. Questo mi ha spaventata.

Sono rimasta senza parole, non sono mai stata svelta a trovare i termini per spiegarmi, lo sai. Ma non volevo perdermi in banalità che riguardassero la bellezza dell'esistenza, che tu sei una donna forte, facendoti un elenco delle dimostrazioni di coraggio che hai già dato in passato, non volevo consolarti. Credo che la nostra lontananza sia da attribuire, almeno in parte, alla mancanza di riflessi che ho avuto in quell'occasione. Devi aver pensato che il mio silenzio fosse dovuto al fatto che non m'interessasse quello che dicevi o che non lo tenessi nella giusta considerazione.
Non è così, mia cara. Sono certa che sai perfettamente che non sei la prima a essere tradita e, quindi, rifiutata, e vorrei capissi che quello che ti è accaduto con Marco è solo un accidente di cui non hai nessuna colpa. Quindi, non c'è nulla da espiare, da parte tua. C'è solo da considerare che i rapporti tendono, soprattutto in quest'epoca, a non essere eterni e che possono terminare senza che ci siano colpe evidenti da parte di qualcuno. Non so se quello che ti dico sia di aiuto, ma vorrei che accettassi queste mie parole come l'unico sostegno che io possa darti, con tutto il bene che ti voglio.
Telefonami, per favore, sfogati, se vuoi, sono qui per ascoltarti. Ma non restare assente dalla mia vita, non è giusto né per me e né per te.
Chiamami.

Emanuela"

2 commenti:

  1. Ma quando dice che è stato un "accidente" è voluto o un refuso?

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  2. Ho fatto copia incolla della lettera. Credo sia voluto.

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