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lunedì 19 settembre 2011

Equilibrium

Ci sembra giusto far seguito al post di ieri con qualche considerazione.
Difficile essere in disaccordo con Andrea sulla capacità di dire no, declinante col trascorrere degli anni. Temo l'effetto depressivo di questo punto di vista e mi domando (ma forse il quesito era già insito nelle parole di Lolli) se dire no sia effettivamente utile a quello che vorrei fosse un progresso generale della coscienza.

Ho una grande paura del buttare il bambino con l'acqua sporca, come si dice, ossia fare a meno di quel poco di bene contenuto nel male, fenomeno provocato da un punto di vista radicale e non sfumato delle vicende, dei casi della vita e dei principii in generale.
Abbiamo sempre di più abbandonato la capacità di discutere delle sfumature dei pensieri e degli eventi, preferendo il bianco e il nero, il bene contro il male, la bellezza versus la bruttezza. Più in generale, la lite alla discussione, la rissa al conflitto, e così via. L'estensore di questo post non è immune alla radicalizzazione, anzi, ma non può non vederne i limiti.
Per converso, il pensiero cosiddetto debole ha permesso che la scienza del dubbio a tutti i costi venga applicata anche e soprattutto per distorcere la realtà, il buon senso. Ho letto una citazione di Lacan che mi ha colpito per la sua sicumera: egli afferma che eterosessuale è la persona a cui piacciono le donne e omosessuale è colui a cui piacciono gli uomini. Quindi, le donne a cui piacciono gli uomini sono omosessuali e le donne a cui piacciono le donne sono eterosessuali.
Non conosco lo sviluppo del ragionamento di Lacan, magari la sua affermazione è provocatoria e, estrapolata dal contesto, è un'emerita sciocchezza. Ma è proprio questo il pericolo delle affermazioni radicali: estrapolate dal contesto sono delle gran sciocchezze. D'altro canto, approfondire il contesto, nessuno ha il tempo di farlo.
Quindi? Qual'è la soluzione?
Questo è il bello, non c'é. Equilibrio, sicuramente, sia nel guardare che nel pensare e nel parlare. Equilibrio, che tanto serve alle rivoluzioni giovanili per durare e cambiare il mondo per il meglio. Equilibrio, anche nella passione e nel sacrificio più estremo, nonostante le cose sembrino in contraddizione.
Equilibrio, un sottofondo che ci permetta di ragionare con il cuore senza fare a meno della testa.
Gran bella frase, magari vuol dire qualcosa.

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