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venerdì 21 ottobre 2011

Davide e Golia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"E' il 1966.
Nella trasmissione “Studio Uno”, condotta da Mina e Lelio Luttazzi, l'ospite d'onore è un uomo in tight e bombetta.
Quel costume lo aveva accompagnato nei travolgenti successi del varietà e in seguito sul grande schermo.
Ha 68 anni ma ne dimostra almeno 10 di più, anche per colpa della malattia agli occhi che ormai gli conferisce uno sguardo perso e malinconico.
Se qualcuno lo vedesse per la prima volta potrebbe pensare a un anziano signore costretto, fuori tempo massimo, a riesumare con fatica gli antichi fasti di un tempo che fu.
Anche perchè il suo volto stanco e segnato fa intuire il doloroso riserbo del gentiluomo dall'acquisito titolo nobiliare che preferirebbe convivere con la propria tristezza tra le mura domestiche.
Dopo un lungo applauso di entrata che ha tutto il sapore di un ringraziamento per ciò che è stato e che non può più essere, l'uomo in tight, fingendo di guardare un pubblico che per lui è solo un ombra indistinta, con voce bassa e roca dice “Buon ferragosto”.
E avviene il miracolo.

La vecchissima barzelletta “Pasquale” a suon di risate, bizzarrie ed estrosità, si trasforma in un geniale sketch sull'imperturbabilità dell'anarchico passivo di fronte alle follie della vita.
Nel successivo duetto con Mina, battute, che in bocca a chiunque altro risulterebbero ridicole e leziose, diventano una buffa e poetica ode all'eterno femminino.
In una pausa, in un movimento della bocca, affiora qua e là la pesantezza del vivere che però si ritira cavallerescamente a ogni boato, a ogni applauso a scena aperta.
E arriva il gran finale. L'orchestra attacca una musichetta da avanspettacolo e l'uomo in tight si lancia nelle sue classiche disarticolazioni da marionetta che si concludono nel numero dei fuochi d'artificio.
Lo scroscio di applausi che segue è lunghissimo, entusiastico, frenetico.
L'uomo in tight ringrazia con incomprensibili sussurri, senza un sorriso, quasi commosso.
Come ogni professionista che si rispetti, lentamente esce di scena.
Da scaletta televisiva, entra Lelio Luttazzi pronto a presentare il numero successivo ma l'applauso continua inarrestabile quasi a controvertire le regole televisive.
Il presentatore con grande eleganza capisce che sarebbe impossibile andare avanti e richiama sul palcoscenico l'uomo in tight, il quale si limita a riapparire timidamente dalle quinte quasi sconcertato da quel plebiscito. Poi sparisce nel buio.
L'uomo in tight sarebbe morto qualche mese dopo, nell'aprile del 1967.
Ma per un momento Davide, travestito da buffone, è riuscito a sconfiggere Golia."

Andrea Lolli

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