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giovedì 13 ottobre 2011

Pane e latte

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Avevo una fissazione una volta.
I medici la chiamavano malattia, ma io la chiamavo Polvere.
Mi scusavo con lo specchio e con il fornaio, con il pasticcere e con il gelataio.
“Troppa sporcizia signorina, ci dispiace. Comunque guardi, se le interessa abbiamo un'offerta proprio lì, sugli scaffali."
“Va bene, grazie, darò un'occhiata.”

Ho mangiato la pasta che era avanzata e il panino di burro che era in offerta.
Mi sono vestita di nero per non far vedere a nessuno né la pasta né il burro.

Ho aperto tante di quelle credenze, ma non possedevo nessuna stabilità che m'impedisse quella caccia al tesoro. Per riempire le buste della spesa, s'intende.
È un po' come quando si inizia a correre anche se non si ha più fiato. La solitudine del maratoneta è cosa nota ma questa è una condizione positiva.
È come quando nasce una lite contro qualcuno e monta la rabbia che sfocia nell'offesa, invece questa è una condizione negativa.
A quei tempi ascoltavo con avidità “Quando sarai grande“ di Edoardo Bennato e rapivo i frammenti del discorso amoroso di Barthes.
Poi ho imparato a divorare chili di gelato e a mischiare il dolce con il salato, mi sono spiata nella pattumiera, mi sono vista rotolare e poi mangiare.
Ho passeggiato per fiere e comprato libri, ho invidiato il grasso sano delle donne appena mamme.

"Che male c'è ad esprimere con amore un dolore?", scrivo.

Avevo un segreto che oggi mi sembra ridicolo: trascinare il mondo dove sono io.
Quando è così il corpo si assottiglia.

Avevo una paura che ancora, oggi, temo un po': far capire al mondo che non sono in grado di contenerlo tutto.
E quando è così, il corpo si ingigantisce.

LA CONDIZIONE
Un folletto con le manine appese alla tasca di chi si ama oppure un orco obeso che soffoca col suo panzone.
Questa è stata l'alternativa della mia quotidianità, per molto tempo.

LA CONVALESCENZA
Un frammento del film “Luci della Ribalta” (The Spring Song) dove Chaplin recita così: “Lei è piena di polvere stasera, piena di povere. Si volti , dove la tengono sopra un armadio, per caso?"

LA GUARIGIONE
Questa è la mia storia e questo è il mio amore.
Sono coraggiosa e in conclusione squisitamente limitata."

Elena Capparelli

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