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venerdì 28 ottobre 2011

Ermetismo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Giovedì scorso si è spento all'età di 96 anni il poeta Ermete Lodovici.
Pochi sono a conoscenza del triste evento perché la sua scomparsa è coincisa con la cattura e la morte di Gheddafi.
Lodovici nasce a Galloro il 24 maggio del 1915, il giorno in cui l'Italia dichiara guerra all'Austria, entrando così nel primo conflitto mondiale.
Il padre Serafino muore in trincea a Rovereto, fucilato dai suoi stessi commilitoni per reiterato gioco delle tre carte.
Ermete viene allevato dalla madre Costanza e dai premurosi nonni paterni.


Figlio unico, sin da piccolo dimostra uno spiccato talento poetico che lo porterà a soli 11 anni a scrivere il suo primo componimento dedicato alla famiglia reale, "Salve Regina”, che per una serie di fraintendimenti vale alla famiglia Lodovici una denuncia per blasfemia.
Dopo questo sfortunato incidente Costanza vieta al figlio di continuare a scrivere poesie generando nel giovane una profonda frustrazione che lo porterà, diciottenne, a fuggire di casa e ad andare a vivere a Roma.
L'Italia è sotto il dominio fascista ma Ermete, che per sopravvivere si adatta a qualsiasi tipo di lavoro, è talmente immerso nel suo mondo poetico da ignorare ciò che lo circonda. Essendo un amante della natura scrive una serie di odi dedicate agli animali: “ La coda del cane”; “ I denti del coniglio”, “ Le zampe del gatto”; “Il passo dell'oca”. Quest'ultima poesia per un fatale equivoco lo porterà all'arresto e ad una lunga detenzione in un campo di prigionia.
Finita la seconda guerra mondiale, Ermete decide di partecipare fattivamente alla ricostruzione del paese e pubblica la sua prima raccolta “ Sursum corda!” che riceve però tiepide accoglienze.
A causa del suo nome, viene inserito tra i poeti ermetici ma in seguito alle vibranti proteste di Salvatore Quasimodo, ne uscirà quasi subito.
Parallelamente alla sua carriera di artista, Lodovici per 40 anni è strappabiglietti al cinema Florida di Albano Laziale. L'apertura delle multisale gli ispirerà il componimento : “Una, nessuna e centomila” ma gli eredi di Pirandello lo accuseranno di plagio trascinandolo in una lunga causa tuttora in corso.
Alcuni studiosi del Lodovici lo hanno inserito nella corrente del “Titolismo” di cui tuttora è l'unico esponente.
Per ricordare la sua dipartita pubblichiamo una sua poesia inedita scritta nel 1966 in seguito all'abbandono della sua prima e unica moglie.

PER COLPA TUA

Per colpa tua io non dormo più
Per colpa tua io non mangio più
Per colpa tua io non esco più
Per colpa tua io non lavoro più
Per colpa tua io non vivo più
Per colpa tua
Per colpa tua
Li mortacci tua."

Andrea Lolli

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