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domenica 30 ottobre 2011

Uccidere, terza parte

Eccola. Esce in fretta dal portone. Tailleur verde scuro, sotto la quale s'immagina una camicetta bianca, no, avorio, i polsini s'intravedono quando si ferma un attimo a controllare qualcosa nella borsa di cuoio con troppi colori. Un soprabito, di buon taglio, lungo fino ai piedi. Bianco.

Non se l'aspettava. Il tailleur così serio e quel prolungato schiaffo bianco in faccia al cupo cielo della Roma invernale. È bionda, di un chiaro quasi offensivo, irreale, che lascia una sensazione di terre nordiche, fiordi, gli viene da dire. Infatti pronunzia la parola, con una specie di voluttà, fiordi, e vede l'acqua cristallina, immobile, dei Mari del Nord.

Sembra un angelo, come quello che ricorda di aver visto sul comodino di sua madre quando ancora non era così evidente che era parte di quello che lei definiva "piccolo popolo", un eufemismo per dire che aveva un figlio nano. Le mancano le ali per essere iconograficamente perfetta.
Il viso non riesce a vederlo, ma lo confronta con la foto che ha, i tratti minuti, il naso dritto, gli occhi mobili ed espressivi, la bocca carnosa sospinta appena in fuori dalla chiostra dei denti. Ha un sorriso bellissimo, ne è sicuro, nonostante nella foto sia seria. Un sorriso pari al bianco che indossa come una provocazione.
Lei si riavvia, Chiara, ora distingue le motivazioni del suo nome. O chissà se è stato il suo nome a spingerla a quell'accanita ricerca della luce.
Penserà il suo nome con la k, per impedirsi di averne pietà. Non gli capita mai, ma stavolta sente che deve tutelarsi dal pericolo. In fondo, aveva sempre saputo che poteva accadere. Si è un killer perfetto solo se si è disposto a uccidere chiunque, ovunque, in qualsiasi modo.
Kiara. Senza ch diventa dura, distante, è bene allontanarla un poco da sé. Altrimenti non potrebbe prendere la mira. Sempre ammettendo che userà un'arma da fuoco, che riesca a macchiare di sangue il soprabito bianco.
Ma non è la pietà che rischia di provare per lei, non è per la pietà che rischia di risparmiarla.
Kiara raggiunge la sua auto, entra, l'accende, parte.
La segue lentamente, attento a non perdere l'onda abbagliante dei suoi capelli.

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