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giovedì 20 ottobre 2011

Generazioni

Stiamo assistendo a un complicato conflitto generazionale. Non sono sicuro che cambierà il mondo (purtroppo la Storia è fatta anche e soprattutto di episodi, piccoli e grandi, apparentemente ininfluenti, che fanno da catalizzatore a forze preesistenti, a movimenti tettonici della società) ma sono certo che ci costringerà a parteggiare, prima o poi, o per noi o per i nostri figli.

La questione era stata ampiamente prevista dall'equivalente moderno dei profeti biblici, gli scrittori di fantascienza. Già negli anni '60 fiorirono racconti e volumi che prevedevano, estremizzandolo, il conflitto che stiamo vedendo nascere fra vecchi e giovani.
Padri e figli hanno sempre lottato per la supremazia, la mitologia greca insegna, ma oggi c'è una differenza notevole, tecnologica, la cui ricaduta, al di là dell'aneddotica, non abbiamo ancora compreso fino in fondo: la Rete, con la sua possibilità d'informare, in un tempo rapidissimo, e quindi di coagulare persone altrimenti condannate alla lontananza. Ma l'altra faccia della medaglia, il pegno che si paga a tanta velocità, è la superficialità e, in ultima analisi, l'erroneità dell'informazione stessa.
Noi anziani rischiamo di essere travolti da un sacrosanto ma indistinto mare giovanile e vitalistico, uno tsunami della mente e dell'energia che non porterà vantaggi a nessuno.
Se aggiungiamo che i giovani usano la Rete in modo nativo, istintivo, e non con quel decimo secondo di ritardo che, nella migliore delle ipotesi, hanno i più anziani, il quadro si fa sconfortante.
Cosa possiamo fare, qui dalla nostra non più verde età?
C'è un verbo usato spesso da una fra gli estensori di questo blog, che ci ha particolarmente colpito: orientare. Non possiamo e non dobbiamo spingere in una direzione forze che oltrepassano le nostre, confuse ma estremamente vivaci. Possiamo però, per ricavarne il minor danno possibile, orientarle, in modo che i contrasti siano minimizzati e che attraverso reciproche rinunzie si proceda verso un miglioramento generale dello stato attuale dei fatti. Passando anche per traditori della propria generazione, se necessario.

Che c'entra l'amore, direte voi? (Vedi Giovani, post del 6 agosto)
Senza l'amore, non si può fare.

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